Un avatar in aiuto del dermatologo per scovare i nei sospetti
Si profila una nuova era nella cura e nella lotta al melanoma: presentate da Paolo Ascierto, scienziato napoletano direttore dell’Unità di Oncologia, Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell’Istituto Pascale di Napoli ai colleghi all’ultimo congresso che si è svolto a Napoli sull’immunoterapia dei tumori e anticipato una settimana fa anche al meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (Asco) di Chicago, l’appuntamento più importante dell’anno per gli oncologi nella sessione sul melanoma.
Si chiama Daromun ed è un nuovo farmaco immunoterapico in fase di approvazione da parte di Ema che negli studi di fase 3 sull’uomo ha dimostrato – dopo un’iniezione effettuata direttamente nella sede di un tumore potenzialmente resecabile o recidivante dopo precedenti terapie mediche – di ridurre le metastasi a distanza fino al 41 per cento dei casi. Il farmaco è formato da due anticorpi bispecifici con due siti di legame, uno specifico per il recettore della fibronectina, proteina implicata nella riproduzione incontrollata delle cellule tumorali e l’altro in grado di legare la interleuchina 2 o il Tnf. Gli effetti dell’anticorpo sono nella sede del tumore ma anche a distanza. Il farmaco agisce infatti a largo raggio aumentando le difese contro le cellule circolanti che vengono scovate e distrutte ovunque. Da qui la sensibile riduzione del rischio di metastasi a distanza fino al 40%.
ll farmaco ha dato risultati significativi non solo nei pazienti mai trattati prima (chirurgia e altre terapie) potenzialmente operabili, ma anche in quelli che hanno già avuto un trattamento con immunoterapia dopo chirurgia e che quindi possono essere trattati per una seconda volta. In pratica una seconda opportunità di cura per pazienti che recidivano alle cure attuali.
Sul fronte della prevenzione inoltre all’Ascalesi, propaggine dell’Istituto tumori di Napoli è stato montato Vectra un nuovo sistema computerizzato in grado di stilare una mappa dei nei dell’intero corpo aiutando il dermatologo a tenere sotto controllo i nei sospetti. “Il Vectra 360 – conclude Ascierto – è un apparecchio che permette la digitalizzazione della visita Somiglia quasi a una TAC ma non utilizza raggi X, bensì 92 fotocamere ad alta definizione con tre scatti in grado di ricostruire al computer, con un programma di intelligenza artificiale, un’avatar in tre D del paziente con tutte i nei individuati”. Un sistema che aiuta il dermatologo nella visita e soprattutto nel controllo periodico utilissimo nei pazienti che hanno tanti Nei e che quindi attraverso un’analisi computerizzata delle immagini è in grado di individuare e dare un alert anche per minimi cambiamenti di lesioni preesistenti o per la comparsa di nuovi nei. Sarà sempre li dermatologo a fare la diagnosi ma attraverso una “consulenza” dermatoscopica dell’occhio elettronico dei dati archiviati dal computer.
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