Alla MidSummer School 2025 il tema della presa in carico del paziente oncologico al centro dell’intervento del Direttore Generale Welfare di Regione Lombardia.
Durante la prima giornata della MidSummer School 2025, evento promosso da Motore Sanità dal titolo “Il futuro delle cure oncologiche si incontra a Milano”, Palazzo Lombardia ha ospitato un confronto di alto livello tra istituzioni, ricercatori e professionisti sanitari.
Tra i contributi più rilevanti, l’intervento di Mario Melazzini, Direttore Generale al Welfare della Regione Lombardia, ha posto l’attenzione su un aspetto fondamentale per l’evoluzione della sanità pubblica: la presa in carico del paziente oncologico.
“Viviamo un’epoca di straordinaria innovazione in oncologia – ha spiegato Melazzini –, ma la vera sfida oggi è non abbandonare il paziente dopo la diagnosi o il trattamento iniziale.”
Continuità, organizzazione e responsabilità
Melazzini ha sottolineato che, nonostante i progressi straordinari nelle terapie avanzate come i farmaci biologici, le CAR-T e le sperimentazioni cliniche di fase 1 sui tumori solidi, il vero salto di qualità si ottiene garantendo al paziente un percorso assistenziale continuo.
“Il follow-up non può essere lasciato al caso. Dalla prescrizione degli esami alla prenotazione delle visite di controllo, tutto deve essere organizzato prima che il paziente esca dall’ambulatorio.”
Il concetto di presa in carico del paziente oncologico non riguarda solo la cura della malattia, ma anche la gestione globale del percorso di salute, affinché il paziente non si senta mai solo né disorientato nel sistema sanitario.
Il ruolo delle strutture sanitarie
Per Melazzini è essenziale che siano le stesse strutture che diagnosticano e trattano a mantenere la responsabilità del monitoraggio e della continuità terapeutica. Questo modello rafforza il legame tra il paziente e il sistema sanitario, riduce le disuguaglianze nell’accesso ai servizi e migliora l’efficienza complessiva del percorso oncologico.
“La presa in carico non è solo un concetto clinico, ma anche etico e organizzativo, ed è la vera sfida della sanità contemporanea.”





