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Abbronzatura estrema, i rischi invisibili della sovraesposizione: come proteggere la pelle sensibile

Agosto, la tentazione di restare ore e ore sotto il sole presenta il conto: dietro il colore dorato della pelle si nasconde un pericolo crescente. I raggi UV, la sovraesposizione e l’inquinamento atmosferico accelerano l’invecchiamento dell’epidermide e aumentano il rischio di sviluppare melanoma e tumore cutaneo. Vediamo cosa dice la medicina ambientale e come proteggersi.

L’estate è da sempre sinonimo di luce, libertà e pelle scoperta. Ma negli ultimi anni, complici i social e una cultura estetica sempre più orientata all’apparenza, l’abbronzatura estrema è tornata prepotentemente di moda, soprattutto tra i giovani. Ore sotto il sole, pelle arrossata, tintarella da esibire come trofeo. Eppure, dietro questa ricerca ossessiva dell’apparenza si nasconde un rischio silenzioso e sottovalutato: quello per la salute della pelle.

Gli esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) lanciano l’allarme: il 90% dei tumori cutanei non melanoma è attribuibile all’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti. Un dato che non lascia spazio a interpretazioni. “I danni estetici da esposizione eccessiva al sole, come eritemi, scottature, rossori, sono reazioni infiammatorie della pelle dovute ai danni causati dai raggi UV, ma rappresentano solo la punta dell’iceberg”, spiega Alessandro Miani, presidente SIMA. “L’invecchiamento cutaneo causato da calore e radiazioni UV è strettamente connesso all’aumento del rischio oncologico”.

Secondo i dati del Registro Tumori forniti da Airtum, nel 2023 sono stati registrati circa 24.000 nuovi casi di melanoma in Italia, con un incremento del 20% negli ultimi dieci anni. Un trend preoccupante, che si intreccia con l’aumento delle temperature e delle ondate di calore urbane. “Sappiamo che il caldo agisce direttamente sul cosiddetto orologio biologico della pelle – aggiunge Miani – Le temperature elevate, sempre più comuni nelle estati cittadine, accelerano i processi d’invecchiamento”. Una ricerca pubblicata su Science Advances ha rilevato che l’esposizione prolungata nelle giornate molto calde (oltre i 32°C) è associata a un invecchiamento biologico precoce: a livello cellulare, chi vive in aree soggette a caldo estremo mostra un’età biologica fino a 14 mesi superiore rispetto a chi vive in zone più fresche.

La pelle, dunque, non è solo un involucro, ma un organo sensibile, e vulnerabile. E l’estate, con il suo carico di raggi UV, ozono, PM2.5 e temperature record, rappresenta una sfida clinica e ambientale. Proteggere la pelle diventa un atto di prevenzione sanitaria, non solo cosmetica.

Le raccomandazioni della SIMA sono chiare e scientificamente fondate. Evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore centrali della giornata, tra le 11:00 e le 16:00, è la prima regola. Ma non basta. È fondamentale applicare quotidianamente creme solari ad ampio spettro, che proteggano sia dai raggi UVA che UVB, e che contengano filtri anti-inquinamento, soprattutto in ambito urbano. L’inquinamento atmosferico, infatti, amplifica i danni da esposizione solare, alterando il microbiota cutaneo con slatentizzazione dei processi infiammatori.

Anche l’alimentazione gioca un ruolo cruciale. Integrare la dieta con antiossidanti naturali, come le vitamine C ed E e i polifenoli, aiuta a contrastare lo stress ossidativo indotto dai raggi UV. Privilegiare la frequentazione di aree verdi e alberate, che contribuiscono ad abbassare la temperatura locale e migliorare la qualità dell’aria, è una strategia semplice ma efficace. E nei giorni critici, monitorare i livelli di ozono e PM2.5 tramite app o bollettini ARPA può aiutare a evitare attività fisica all’aperto, riducendo l’esposizione ai danni ambientali.

Una novità interessante arriva dalla dermatologia: l’impiego di prodotti cosmetici contenenti prebiotici e postbiotici. “Si tratta di una strategia innovativa, accessibile e scientificamente fondata per preservare la salute della pelle, mantenere un microbiota cutaneo equilibrato e ridurre i danni da smog”, sottolineano gli esperti della SIMA. Questi prodotti aiutano a rafforzare la barriera cutanea, migliorando la resistenza agli agenti esterni e favorendo la rigenerazione cellulare.

Il messaggio è rivolto a tutti, donne e uomini, anziani e bambini: l’abbronzatura non deve diventare una trappola. Il colore dorato può essere piacevole, ma non deve essere ottenuto a scapito della salute. La pelle ha memoria, e ogni scottatura, ogni esposizione eccessiva, ogni giornata sotto il sole senza protezione lascia un segno. Un segno che, nel tempo, può trasformarsi in patologia.

In un’estate segnata da temperature record e ondate di calore sempre più frequenti, la prevenzione dermatologica diventa parte integrante della medicina ambientale. Proteggere la pelle significa proteggere l’intero organismo, e ogni gesto – dalla scelta della crema solare alla dieta, dalla pianificazione delle attività all’aperto alla cura quotidiana – può fare la differenza.

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