Abbiamo tagliato le porzioni, rinunciato ai dolci, magari saltato qualche pasto. Eppure, la bilancia resta ferma. È in quel momento che nasce il sospetto: “Ho il metabolismo bloccato?”. Un’espressione comune, ma scientificamente imprecisa. Il metabolismo, infatti, non si blocca: si adatta.
Secondo gli esperti, parlare di “metabolismo rallentato” o “metabolismo bloccato” è fuorviante. Più corretto sarebbe riferirsi a un rallentamento fisiologico nel consumo delle calorie. Con l’età si perde massa muscolare, si diventa più sedentari, si altera la sensibilità all’insulina. Tutti elementi che contribuiscono a una riduzione del dispendio energetico, anche in assenza di variazioni significative nell’alimentazione.
Il metabolismo si trasforma
Il metabolismo è l’insieme dei processi biochimici che regolano il consumo energetico del nostro organismo. Non è un interruttore che si spegne, ma un sistema dinamico che risponde agli stimoli esterni e interni. Quando riduciamo drasticamente l’apporto calorico, il corpo interpreta il segnale come una minaccia: una possibile carestia. Di conseguenza, rallenta il consumo energetico per proteggersi.
Questo meccanismo di adattamento è antico quanto l’uomo. In epoche di scarsità alimentare, ha garantito la sopravvivenza. Oggi, però, può diventare un ostacolo per chi cerca di perdere peso in modo rapido e non strutturato.
Età, muscoli e sedentarietà
I muscoli sono tra i principali consumatori di energia: meno massa muscolare, meno calorie bruciate a riposo. A questo si aggiunge la tendenza alla sedentarietà, che aggrava ulteriormente il quadro. Studi recenti dimostrano che bastano pochi giorni di inattività per innescare alterazioni metaboliche simili a quelle osservate nell’invecchiamento. Non è quindi solo l’età cronologica a influenzare il metabolismo, ma soprattutto lo stile di vita. L’attività fisica regolare, in particolare l’allenamento di forza, può rallentare – o persino invertire – il declino metabolico.
La diagnosi? Semeiotica fisica e strumentale
Molti si affidano a esami del sangue per “misurare” il metabolismo. Ma la realtà è più complessa. L’unica condizione misurabile con precisione è l’alterazione degli ormoni tiroidei. Al contrario, la sindrome da insulino-resistenza, sempre più diffusa, è difficile da diagnosticare con test standardizzati. Il dosaggio di insulina a digiuno, ad esempio, può essere influenzato da ciò che si è mangiato la sera prima. Per questo, la valutazione del metabolismo richiede un approccio clinico, personalizzato, che tenga conto di abitudini, sintomi e stile di vita.
Con la fine dell’estate, riparte il tam-tam mediatico e molti tornano a fantasticare diete lampo o digiuni improvvisati. Ma l’organismo non si lascia ingannare. Il consiglio degli esperti è sempre quello: evitare il fai-da-te e rivolgersi a specialisti qualificati. Non esiste una formula magica per riattivare il metabolismo, ma esiste un equilibrio da conoscere e rispettare. Il metabolismo si adatta. E per farlo funzionare al meglio, serve metodo, pazienza e consapevolezza. Senza fretta, ma con costanza.
Cosa fare:
Mantieni una routine alimentare regolare, senza saltare i pasti.
Introduci attività fisica moderata e costante, anche solo camminate quotidiane.
Consulta un nutrizionista per un piano personalizzato.
Cosa mangiare:
Cibi ricchi di fibre (verdure, legumi, cereali integrali).
Proteine magre (pesce, uova, tofu, carni bianche).
Grassi buoni (olio extravergine d’oliva, avocado, frutta secca).
Cosa evitare:
Digiuni prolungati o diete lampo.
Zuccheri semplici e raffinati.
Eccesso di cibi ultra-processati e snack industriali.





