Dati clinici di fase III confermano l’efficacia della pillola anti-obesità di Eli Lilly, che si candida a diventare il primo agonista GLP-1 orale sul mercato. Risultati positivi anche nel confronto diretto con semaglutide
L’obesità e il diabete di tipo 2 hanno un impatto crescente sui bilanci dei sistemi sanitari. Negli ultimi anni, la farmacologia ha ottenuto risultati straordinari grazie agli agonisti del recettore GLP-1, molecole capaci di favorire la perdita di peso e migliorare il controllo glicemico. Finora, però, questi trattamenti erano disponibili quasi esclusivamente in formulazione iniettabile, con limiti di accettabilità e costi di produzione piuttosto elevati. L’arrivo di una terapia da prendere per bocca, una pillola per perdere peso, efficace e sicura, potrebbe segnare una svolta epocale.
È in questo scenario che si inseriscono i risultati dello studio clinico di fase III Attain-1, dedicato a orforglipron, la pillola anti-obesità sviluppata da Eli Lilly. I dati, presentati al Congresso della Società Europea per lo Studio del Diabete a Vienna e pubblicati in contemporanea sul New England Journal of Medicine, mostrano risultati più che promettenti: in 72 settimane di trattamento, i pazienti hanno registrato una riduzione media del peso corporeo del 7,5% con la dose più bassa (6 mg al giorno), dell’8,4% con 12 mg e dell’11,2% con 36 mg, contro un calo del 2,1% osservato nel gruppo placebo.
Lo studio, guidato da Sean Wharton della McMaster University di Hamilton, ha coinvolto 3.127 pazienti in nove Paesi, dimostrando l’efficacia di una somministrazione semplice, una compressa al giorno. Se approvato dalla Food and Drug Administration (FDA), orforglipron potrebbe diventare il primo farmaco anti-obesità in pillola, distinguendosi dagli attuali trattamenti a base di peptidi, che vengono somministrati tramite iniezione.
Pur non raggiungendo i livelli medi di dimagrimento dei farmaci iniettabili (circa il 15%), orforglipron offre vantaggi assolutamente significativi: è più accessibile grazie a costi di produzione ridotti, non necessita di refrigerazione e risulta più accettato dai pazienti per la sua formulazione orale. I dati mostrano inoltre che il 54,6% dei pazienti trattati con la dose più alta ha perso almeno il 10% del peso iniziale, il 36% ha raggiunto una riduzione del 15% e il 18,4% ha superato il 20%. Oltre al calo ponderale, sono stati osservati miglioramenti nei parametri metabolici, dalla riduzione dei grassi corporei al controllo della pressione arteriosa.
Accanto a questi risultati, Eli Lilly ha diffuso anche i dati dello studio ACHIEVE-3, un trial di fase III che ha messo a confronto orforglipron e semaglutide orale in 1.698 adulti con diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato con metformina. Lo studio, della durata di 52 settimane, si legge nel comunicato diramato dalla sede Eli Lilly di Sesto Fiorentino, “ha dimostrato la superiorità di orforglipron sia nel controllo glicemico sia nella perdita di peso”.
«Gli studi testa-a-testa rappresentano il gold standard per confrontare i potenziali trattamenti – ha dichiarato Kenneth Custer, Ph.D., vicepresidente esecutivo e presidente di Lilly Cardiometabolic Health –. In questo studio sul diabete di tipo 2, orforglipron, anche alla dose più bassa, ha superato entrambe le dosi di semaglutide orale nella riduzione dell’emoglobina glicata (HbA1C). Alla dose più alta, ha aiutato quasi tre volte più partecipanti a raggiungere valori di glicemia prossimi alla normalità rispetto alla dose più alta di semaglutide orale». Secondo Custer, questi risultati, uniti alla praticità della somministrazione orale e alla possibilità di una produzione su larga scala, rafforzano il potenziale di orforglipron come trattamento cardine per il diabete di tipo 2.
La prospettiva di una pillola capace di unire efficacia, accessibilità e semplicità d’uso apre dunque un nuovo capitolo nella lotta contro obesità e diabete, due condizioni strettamente intrecciate che richiedono soluzioni innovative e sostenibili. I prossimi passi regolatori saranno decisivi per capire se orforglipron potrà davvero rivelarsi un blockbuster a livello globale.





