L’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, sta lavorando per contenere la crescita della spesa farmaceutica, che nel 2024 ha superato gli 8 miliardi di euro, con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. I principali fattori di crescita della spesa sono l’aumento degli acquisti diretti ( le Regioni hanno aumentato gli acquisti di farmaci, soprattutto quelli ospedalieri oncologici, con un incremento del 17% rispetto al 2023), la
nuova remunerazione delle farmacie (l’introduzione di un nuovo schema di remunerazione), la crescita dei farmaci innovativi (i farmaci altamente innovativi rappresentano il 38,6% della spesa pubblica per i medicinali). Le azioni dell’AIFA mirano alla contrattazione dei prezzi per ottenere prezzi più bassi per i farmaci, con 342 ricontrattazioni avvenute in 6 mesi. Fari puntati anche sul monitoraggio della spesa: l’AIFA sta monitorando la spesa farmaceutica per identificare aree di miglioramento. Lavori in corso anche per la promozione dell’appropriatezza ossia promuovere l’appropriatezza nell’uso dei farmaci e per ridurre l’iperprescrizione.
L’AIFA sta anche lavorando per migliorare l’accesso ai farmaci innovativi e per garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.
In questo contesto il presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), Robert Nisticò, ha annunciato che l’ente regolatore imporrà sconti alle aziende farmaceutiche per ridurre il prezzo dei farmaci e renderli più accessibili ai cittadini.
Nisticò ha appunto sottolineato che l’Aifa sta lavorando per migliorare l’efficienza e la trasparenza nel processo di negoziazione dei prezzi dei farmaci, con l’obiettivo di ridurre i costi per i pazienti e per il sistema sanitario. Oltre all’imposizione di sconti alle aziende l’Aifa sta anche lavorando per garantire l’accesso precoce ai farmaci innovativi e per aumentare la trasparenza nel processo di negoziazione dei prezzi dei farmaci. L’obiettivo è di garantire che i cittadini italiani abbiano accesso a farmaci sicuri, efficaci e accessibili, mantenendo la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.
Un solo esempio, si parla di ipoparatiroidsmo: una patologia rara ma che colpisce in Italia circa 15 mila persone che in maggioranza si ammalano dopo l’asportazione chirurgica della tiroide a causa di un tumore. Nell’arco di pochi giorni questi pazienti vedono cambiare radicalmente la loro vita. A causa della difficoltà a regolare il livello di calcio nel sangue dovuto alla carenza di paratormone, accusano crampi, paralisi del volto e delle mani, non possono più guidare, lavorare, fare una vita sociale. Le cure finora esistenti (somministrazione di calcio e vitamina D) sono solo palliativi e spesso i malati finiscono in pronto soccorso. Per almeno 2 mila di questi pazienti non compensati esiste una cura efficace autorizzata da un anno e mezzo dall’Ema, l’ente regolatorio europeo. “Il farmaco è già negoziato e rimborsato in mezza Europa come in Germania, Austria, Spagna e Slovenia. In altri i pazienti vi hanno accesso in base a un meccanismo automatico che nelle more della negoziazione del prezzo permette ai malati di curarsi (in Francia e in Grecia). In Italia l’Aifa rimanda di mese in mese una decisione e il rischio è che questa cura sia collocata in fascia C a pagamento e per il costo insostenibile per centinaia se non migliaia di malati che se ne gioverebbero ma costretti a rinunciare alle cure.





