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Campania, accordo Pascale e MMG, al via i Corsi di formazione

Intervista ad Attilio A. Bianchi, Direttore Generale Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli

Direttore, quando parte l’idea di una collaborazione del Pascale con i MMG?

È da tempo che rifletto su quanto sia fondamentale attivare il più rapidamente possibile la presa in carico del paziente oncologico. È venuto naturale parlandone con i MMG decidere che fosse necessario disporre di Corsi di formazione per i 4.300 medici di base facenti capo alla Regione Campania. Sappiamo benissimo come la migliore arma per affrontare un tumore sia la rapidità di diagnosi e quindi di intervento. Chiaro che vista la situazione contingente, a causa del perdurare dell’emergenza COVID-19, i corsi saranno a distanza in video chat.

Pensate che il paziente possa così avere maggior sostegno nel suo percorso di cura?

Certamente, grazie a questa piattaforma, a cura della Rete Oncologica della Campania, la ROC, i pazienti che riceveranno la notizia di una diagnosi di cancro, saranno immediatamente inseriti in un processo di cura e partirà così la presa in carico immediata del paziente stesso. Sono sicuro che questa può a tutti gli effetti considerarsi una vera rivoluzione sanitaria che cambierà la nostra Regione e spero possa essere presa da esempio anche dal resto del Paese. Dopo essere stati formati accuratamente, i medici avranno la possibilità di accedere alla piattaforma con proprie credenziali apposite e inserire i dati informativi relativi al proprio paziente. Questo procedimento farà si che si velocizzerà la presa in carico del paziente e al paziente sarà data la possibilità di mantenere il rapporto abitudinario e quotidiano col proprio medico di base, da sempre sua figura di riferimento. Questo legame ROC e MMG è un ulteriore esempio di continuità ospedale-territorio.

Questa è l’ennesima dimostrazione quanto integrazione ospedale-territorio sia fondamentale per garantire la miglior continuità terapeutica e assistenziale al paziente?

Guardi, è da oltre 20 anni che si parla di necessità di integrazione ospedale territorio, con risultati nel migliore dei casi episodici o monotematici, e legati più ad iniziative dei singoli che a dimensioni più sistemiche. Noi proponiamo di superare il concetto un po’ statico di integrazione, come di qualcosa che si integra in un’altra, togliendo la G, per dispiegare la dimensione dell’interazione, un concetto dinamico che, di volta in volta, in un rapporto tra pari, declina in maniera condivisa il chi fa che cosa. Parlare di Interazione ospedale territorio forse ci consentirà di superare un gap che anche la recente drammatica esperienza del Coronavirus ci impone di inquadrare in una prospettiva innovativa. Il paziente potrà essere così seguito anche dal proprio medico di fiducia e sentirsi maggiormente al sicuro e il medico sarà informato costantemente sulla situazione del proprio assistito, cosa che ora non avviene perché spesso una volta fatto il passaggio di consegna all’oncologo, il paziente cambia punto di riferimento. Il medico di base potrà assistere il paziente anche in tutte quelle difficoltà sociale e psicologiche che possono incombere. Grazie alla piattaforma sarà più semplice dialogare tra i vari esperti nel percorso di cura al servizio del paziente, questo è l’ennesima dimostrazione di come sia necessario incrementare maggiormente la collaborazione ospedale-territorio. Sostengo da sempre che in medicina quando esiste massima collaborazione in ogni comparto della filiera assistenziale, il risultato finale sarà sempre garantito al massimo.

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