I tumori del colon retto stanno diventando più frequenti e nel mondo occidentale sono ancora in crescita. Tuttavia, i programmi di screening che consentono diagnosi precoci ne permettono il contenimento. Ne hanno parlato ai microfoni di Personal Doctor il professor Mario Morino, Direttore del Dipartimento di Chirurgia della Città della Salute e della Scienza di Torino e Ordinario di Chirurgia Generale e Digestiva UNITO e Riccardo Di Prima, Vicepresidente Associazione Prevenzione Tumori
I FATTORI DI RISCHIO DEI TUMORI DEL COLON RETTO
Per quanto riguarda i fattori non modificabili, riscontriamo la famigliarità, rappresentata però da una piccola percentuale. Poi ci sono alcune situazioni che favoriscono l’arrivo della neoplasia. Citiamo le malattie infiammatorie intestinali, il diabete, ma soprattutto la presenza di pregressi polipi. I fattori di rischio sui quali invece si può agire sono fumo, alcool ed obesità. Anche il consumo di carne rossa è un possibile fattore di rischio.
COME RICONOSCERE I TUMORI DEL COLON RETTO
I sintomi sono tanto più evidenti quanto più la lesione è vicina all’ano. Se l’affezione è vicina a quest’ultimo, infatti, basteranno poche gocce di sangue prodotte dalla lesione per poterle vedere e preoccuparsi. Se lo stesso sanguinamento avviene a monte, si mischia con le feci e uscirà senza manifestare alcun segno.
I POLIPI
Nella maggior parte dei casi, i polipi nascono come escrescenze della mucosa del colon dalla cui zona centrale inizia una mutazione delle cellule, che diventano tumorali. Da qui nasce l’importanza di fare diagnosi il prima possibile, perché quasi sempre i tumori nascono come polipi benigni.
GLI SCREENING
La campagna di screening si basa sulla ricerca del sangue occulto nelle feci e colonscopia. L’adesione allo screening con colonscopia è bassa perché è un esame fastidioso, ma è l’unico preciso ed affidabile. La ricerca del sangue occulto nelle feci è l’altra metodica, meno precisa.
LA TERAPIA NEI CASI DI TUMORE DEL COLON RETTO
Nelle sue fasi iniziali, il tumore può essere asportato endoscopicamente, ma quando non è più asportabile in endoscopia si procede chirurgicamente. In 8 casi su 10 si può intervenire sul tumore dando le massime chance di guarigione, con poche complicanze e ottimi risultati.
EVOLUZIONE DELLA CHIRURGIA
L’endoscopia sta diventando sempre più sofisticata e in grado di rimuovere le lesioni. Se invece l’affezione è più grande si procede in laparoscopia, applicando fori guidati da una piccola telecamera, che consente maggior precisione e rapida guarigione.
Ci sono percentuali di guarigione molto buone anche quando la diagnosi viene fatta in stadio di metastasi. Il messaggio da trasmettere dunque è che se arriva a casa l’invito a fare lo screening di prevenzione, è importante aderire perché può cambiare la vita.
Per avere maggiori informazioni sulle nuove cure per il tumore al seno triplo negativo potete leggere questo articolo https://mondosanita.it/tumore-al-seno-triplo-negativo-nuove-cure/