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Abbattere i costi dell’assistenza, le aziende investono in prevenzione

Le aziende investono ingenti risorse in prevenzione per contenere l’impennata dei costi dell’assistenza sanitaria
A livello globale, più di due terzi dei datori di lavoro (67%) sta investendo nella prevenzione della salute dei dipendenti per mitigare l’impatto dell’aumento dei costi.

Il 93% delle aziende si aspetta che i costi medici globali aumentino.

L’inflazione medica è destinata a raggiungere il 7% nel 2026, al netto dell’IPC

18 novembre 2025 – Più di due terzi (67%) delle aziende stanno investendo nella prevenzione sanitaria per affrontare l’impennata dell’inflazione medica, secondo il rapporto globale Changing Face of Employee Health di Howden Employee Benefits.

Il report è il primo nel suo genere a fornire una visione completa delle tendenze mediche, analizzando dati provenienti da assicuratori, datori di lavoro e dipendenti in regioni chiave del mondo. L’indagine mette in evidenza l’elemento umano della sanità e la crescente importanza di considerarla un benefit primario a livello globale.

La salute dei dipendenti sta infatti emergendo come una priorità assoluta: oltre tre su cinque (61%) sono più propensi a rimanere con un datore di lavoro che offre un buon pacchetto sanitario, e quasi la metà (47%) lo considera un fattore importante nella ricerca di un nuovo ruolo. Solo il 7% dei lavoratori non ritiene che sia un benefit importante.

Questo sottolinea la necessità per le aziende di migliorare la propria offerta sanitaria, nonostante le difficoltà in un contesto di costi elevati. Di conseguenza, i datori di lavoro stanno adottando misure per contenere i costi, investendo soprattutto in prevenzione e benessere: il 67% dei datori di lavoro a livello global ha adottato questa strategia e il 55% la considera la più efficace, tendenza riscontrata in tutto il mondo.

Chi investe di più in prevenzione e benessere dei dipendenti?

Europa: 74%

Regno Unito: 72%

LATAM: 71%

Pacifico: 69%

Asia: 56%

IMEA: 55%

L’inflazione medica è il principale motore di questi investimenti. Secondo i dati degli assicuratori raccolti da Howden Employee Benefits, l’inflazione medica raggiungerà il 7% nel 2026 (al netto dell’IPC – Indice dei Prezzi al Consumo), portando l’inflazione totale ben oltre il 10%. Questo avrà un impatto significativo sui datori di lavoro, spingendoli a rivedere le proprie strategie e i piani sanitari, nonostante la percezione di avere già buone soluzioni.

La maggior parte dei datori di lavoro ritiene infatti che i propri piani sanitari soddisfino le esigenze dei dipendenti, ma il 25% dei lavoratori non è d’accordo, evidenziando un divario importante. Sebbene gli investimenti stiano dando risultati, molti dipendenti non ne   percepiscono ancora i benefici.

Il report evidenzia anche una discrepanza tra le intenzioni dei datori di lavoro e la percezione dell’efficacia dei piani attuali: l’86% ritiene di ottenere un buon ritorno sull’investimento (ROI) dalla spesa sanitaria privata e il 93% crede che il piano attuale soddisfi le esigenze dei dipendenti. Tuttavia, quasi un quarto (23%) ha già cambiato fornitore sanitario per ottenere condizioni migliori e il 39% prevede di farlo, mentre il 26% non ha ancora pianificato cambiamenti ma li prenderebbe in considerazione per un’offerta più vantaggiosa.

L’aumento degli investimenti è legato al fatto che il 93% dei datori di lavoro globali si aspetta un incremento dei costi medici, e il 41% prevede un aumento significativo. L’impatto varia tra le regioni: le aziende in IMEA prevedono un aumento del 58%, contro il 27% in Europa (28% nel Regno Unito).

Altri aumenti rilevanti:

Asia: 52%

LATAM: 46%

Pacifico: 36%

Cesare Lai, Head of Employee Benefits di Howden in Italia, ha dichiarato:

“Il tema salute, già rilevante nel recente passato, evidenzia un aumento del livello di attenzione e preoccupazione di dipendenti e aziende. Sia a livello globale che a livello nazionale, il tema dell’inflazione sanitaria, anche se in misura differente, è un fenomeno che merita attenzione, monitoraggio e una chiara strategia che possa permettere alle aziende di mantenere sostenibile uno dei benefit più apprezzati dai dipendenti, avendo già chiaro in mente i correttivi opzionali applicabili ed i relativi impatti nel medio e breve termine, sia dal punto di vista di sostenibilità finanziaria che di mantenimento del livello di engagement dei dipendenti.”

Glenn Thomas, CEO e Global Practice Leader di Health & Employee Benefits di Howden, ha commentato:

“Questi dati mostrano chiaramente come il mondo stia cambiando rapidamente, spinto dall’AI e dall’aumento dei costi, e i datori di lavoro ne sentono l’impatto. Se le organizzazioni non considerano le persone come asset fondamentali e non affrontano i rischi legati alle risorse umane, faticheranno a mantenere produttività e crescita. Una forza lavoro sana è oggi il motore delle performance.
Colpisce il divario tra ciò che i datori di lavoro credono di offrire e ciò che i dipendenti percepiscono. I benefit sanitari stanno diventando imprescindibili per attrarre talenti, eppure molti lavoratori ritengono che le loro esigenze non siano soddisfatte. Per questo molte aziende stanno valutando cambiamenti significativi.
I leader non possono permettersi di aspettare. Le pressioni evidenziate in questo report mostrano quanto velocemente il panorama stia evolvendo. I benefit devono essere sia economicamente sostenibili, sia realmente adatti alle persone”.

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