“L’ansia rappresenta l’evoluzione culturale della paura: risponde agli stessi meccanismi neurobiologici” afferma il Dottor Sanza, Direttore dell’U.O. Dipendenze Patologiche AUSL Romagna – Cesena. Si tratta di un segnale di allerta che ci sostiene nelle prove più difficili, nelle prestazioni più elevate. L’ansia può manifestarsi con diversi quadri specifici, come le fobie, l’ansia generalizzata o il disturbo da attacchi di panico.
Quando si supera il livello di eccitamento del sistema nervoso centrale, l’ansia comincia a dare fastidio. Si passa da un’iperattivazione fisiologica positiva ad uno stato di semi confusione ed estraniamento dal contesto reale.
QUALI PERSONE SONO PIÙ COLPITE DAI DISTURBI D’ANSIA?
L’ansia è un disturbo maggiormente presente nei paesi europei e negli USA rispetto al resto del mondo. Un dato certo è che le donne sono più esposte degli uomini, con un’incidenza doppia. I giovani ed i giovani adulti, poi, sono i più colpiti. I disturbi d’ansia colpiscono circa il 14% della popolazione generale, dunque un numero molto elevato.
QUALI RIMEDI ATTUARE PER SCONFIGGERE L’ANSIA?
La letteratura è univoca nell’affermare che le psicoterapie sono le forme più risolutive dei disturbi d’ansia di gravità da lieve a moderata. Se la gravità del disturbo è maggiore e sono presenti complicazioni, l’intervento farmacologico diventa inevitabile ed assolutamente consigliato.
LA SCELTA DEI FARMACI
I farmaci utilizzati nel trattamento dell’ansia sono molto efficaci nel breve periodo, ma tendono alla cronicizzazione del disturbo. Si tratta di farmaci che comportano spesso una non risoluzione del disturbo a causa di un’eccessiva sedazione. Questi farmaci, rallentando i processi cognitivi, possono portare ad un aggravamento dello stato depressivo.
L’INSORGENZA DELLA DEPRESSIONE
È un errore ricondurre a depressione tutte le forme di emotività negativa, soprattutto quando conseguenti ad eventi spiacevoli o gravi come il lutto. La depressione sopraggiunge quando la tristezza è pervasiva, cioè quando è molto coinvolgente e dura per la maggior parte della giornata.
Gli aspetti principali riguardano la mancanza di energia fisica, la riduzione del piacere nello svolgere comuni attività, i disturbi cognitivi come pensieri polarizzati e circoscritti su una visione pessimistica del mondo, di se stessi e del futuro. Nelle forme più gravi, estreme, possono assumere connotati deliranti.
A QUALE SPECIALISTA RIVOLGERSI?
È importante rivolgersi al medico di medicina generale per avere una prima valutazione. E quindi sarà questa figura ad indicare lo specialista. In generale, comunque, sarebbe bene andare da entrambi gli specialisti: sia lo psicologo che lo psichiatra. Infatti il migliore trattamento della depressione è il trattamento integrato, che associa cioè l’approccio farmacologico con quello psicoterapeutico.