Con l’approvazione dell’ultima legge finanziaria, l’Italia compie un significativo passo avanti nella lotta contro le infezioni batteriche resistenti agli antibiotici e nel contrasto all’epatite C. La manovra ha previsto infatti l’assegnazione di 100 milioni di euro per il fondo destinato agli antibiotici innovativi, una misura accolta con favore dalla comunità scientifica, in particolare dalla Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali (Simit).
La battaglia contro la resistenza agli antibiotici è una delle sfide più urgenti della sanità pubblica a livello globale. Ogni anno, in Italia, si registrano oltre 12.000 decessi causati da infezioni ospedaliere legate a germi resistenti. “Con il nuovo emendamento all’articolo 49 della Legge di Bilancio, diamo un forte impulso alla lotta all’antimicrobico resistenza”, afferma Roberto Parrella, numero uno della Simit. Questo fondo permetterà di rimborsare le spese sostenute per gli antibiotici di riserva, farmaci di nuova generazione essenziali per il trattamento di infezioni difficili da curare.
“Lo stanziamento di fondi per il finanziamento dei nuovi antibiotici rappresenta un’ottima notizia, per la quale ringraziamo il lavoro di analisi e dibattito sollevato dall’Integruppo – evidenzia il professor Marco Falcone, Consigliere SIMIT e responsabile progetto Resistimit – Tuttavia, l’Italia deve guardare a un obiettivo più ambizioso, quale la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza dovute a germi resistenti attraverso la condivisione di linee guida sull’uso appropriato di nuovi antibiotici. Questi ultimi ora saranno più facilmente reperibili, ma è fondamentale mantenerne l’appropriatezza d’uso per prevenire la resistenza. Per perseguire tale scopo continueremo con progetti come Resistimit e con la fattiva collaborazione con l’Intergruppo al fine di definire documenti di indirizzo per il corretto utilizzo degli antibiotici. Un appuntamento fondamentale per affrontare gli ultimi progressi e per un rinnovato confronto tra istituzioni e comunità scientifica avverrà a Venezia dal 3 al 5 aprile con la seconda edizione del convegno internazionale ‘Top 5 in Infectious Diseases’”.
L’importanza di questa iniziativa è stata sottolineata anche dal Senatore Fausto Orsomarso, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive e tropicali. “Siamo orgogliosi del supporto dato alla comunità scientifica. Questo provvedimento riflette l’impegno del ministro della Salute, Orazio Schillaci, e segue le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”, ha dichiarato Orsomarso.
Oltre al fondo per gli antibiotici, la manovra ha rinnovato i finanziamenti per gli screening dell’epatite C fino al 31 dicembre 2025. Questa decisione è cruciale in un momento in cui la salute pubblica richiede interventi mirati per il controllo e la prevenzione di malattie infettive. L’epatite C, infatti, rappresenta una delle principali cause di malattie epatiche e può condurre a gravi complicanze, inclusa la cirrosi e il cancro al fegato.
“Attraverso il fondo già stanziato per effettuare gli screening nelle coorti d’età nate tra il 1969 e il 1989 – spiega il Presidente Simit, Roberto Parrella – sono stati diagnosticati più di 15mila casi di infezione attiva. Con la proroga del termine sancita dalla Conferenza Stato-Regioni si potrà continuare nell’attività di ricerca del sommerso dell’HCV, un processo molto importante in quanto grazie ai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta questo virus si può eradicare in maniera definitiva dall’organismo, senza effetti collaterali, in poche settimane. Anche in questo caso la Simit è stata molto attiva nel sollecitare le istituzioni sull’argomento e si congratula per questo passo importante”.
In un’epoca in cui la resistenza agli antibiotici e le malattie infettive rappresentano una minaccia crescente, l’Italia dimostra di voler intraprendere un percorso di cambiamento. Le misure introdotte con la Legge di Bilancio non solo aiutano a rispondere a una crisi sanitaria, ma pongono anche le basi per un futuro in cui l’innovazione e la prevenzione saranno al centro delle politiche sanitarie. La comunità scientifica e i cittadini possono ora sperare in un miglioramento della salute pubblica e in una riduzione dell’impatto delle infezioni resistenti.