Uno studio recente ha dimostrato che l’esposizione al bisfenolo A (BPA) attraverso gli alimenti può avere effetti nocivi sul sistema immunitario e rappresenta un rischio per la salute dei consumatori europei di tutte le fasce d’età.
Uno studio recente ha dimostrato che l’esposizione al bisfenolo A (BPA) attraverso gli alimenti può avere effetti nocivi sul sistema immunitario e rappresenta un rischio per la salute dei consumatori europei di tutte le fasce d’età.
L’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha stabilito che il BPA è una sostanza che può creare problemi al sistema immunitario, soprattutto nei bambini. Infatti, l’ingestione prolungata di BPA potrebbe compromettere la capacità del sistema immunitario di rispondere a malattie e infezioni, aumentando il rischio di contrarle.
L’utilizzo del bisfenolo A è molto diffuso nella produzione di contenitori per cibo e bevande, e il suo rilascio nei prodotti alimentari è un problema di sicurezza alimentare che preoccupa da tempo le autorità sanitarie.
Il BPA è infatti comunemente contenuto nelle bottiglie di policarbonato (PC), come ad esempio detersivi e flaconi di bagnoschiuma; nei rivestimenti interni delle lattine; e da alcune ricerche è stata rilevata la presenza di BPA anche nei cartoni per la pizza.
L’Europa ha preso provvedimenti limitando l’uso di BPA nei contenitori per bambini, ma non nelle lattine e nei contenitori per cibi destinati ad adulti.
Nonostante si stiano effettuando campagne informative e ci sia una crescente coscienza del problema, il rischio di esposizione al bisfenolo A attraverso gli alimenti rimane elevato. Le autorità europee per la sicurezza alimentare chiedono, pertanto, una maggiore attenzione e precauzione nella scelta dei contenitori per alimenti e bevande, suggerendo di preferire prodotti in vetro o in acciaio, o comunque contenitori che non contengano BPA.
In definitiva, il nuovo studio dell’Efsa conferma l’importanza di proteggere la salute dei consumatori, soprattutto di quelli più vulnerabili, come i bambini, e di adottare misure concrete per ridurre il rischio di esposizione a sostanze nocive come il bisfenolo A.
L’Efsa ha inoltre stabilito la nuova dose giornaliera tollerabile in 0,2 nanogrammi (2 miliardesimi di grammo), in sostituzione del precedente livello temporaneo di 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo), per chilogrammo di peso corporeo al giorno: circa 20mila volte più bassa.
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