Il 14 febbraio, una data da sempre consacrata all’Amore con la maiuscola, farà da cornice a un’importante campagna di sensibilizzazione su un tema delicato e cruciale: le cardiopatie congenite nell’infanzia (CHD). Con un’incidenza stimata di circa 8 casi ogni mille nati vivi, queste malformazioni di interesse cardiochirurgico rappresentano le più frequenti anomalie riscontrabili alla nascita, e sono il risultato di uno sviluppo anomalo nel periodo embrionale e successivamente nel feto. Ma cosa significa per un bambino e la sua famiglia affrontare una cardiopatia congenita?
Le cardiopatie congenite comprendono una gamma variegata di difetti di sviluppo delle cavità cardiache del cuore, dai più semplici ai più complessi. Alcuni dei problemi più comuni, per quanto relativamente rari, includono:
1. Difetto del setto interatriale (ASD): una comunicazione anomala tra le due atri del cuore.
2. Difetto del setto ventricolare (VSD): un’apertura tra i due ventricoli.
3. Tetralogia di Fallot: una combinazione di quattro difetti cardiaci.
4- Coartazione dell’aorta: un restringimento dell’aorta che ostacola il flusso sanguigno.
5. Trasposizione dei grandi vasi: le arterie principali sono invertite, con gravi implicazioni per la circolazione sanguigna.
Queste condizioni richiedono spesso un intervento specialistico tempestivo, a volte già durante gli ultimi mesi di gestazione, e un monitoraggio continuo. Ma oltre alle complicanze di natura cardiovascolare, i neonati con cardiopatie congenite affrontano anche altri inconvenienti significativi: la malnutrizione e il deficit di crescita.
La malnutrizione nei bambini affetti da cardiopatie congenite non è solo una conseguenza della loro condizione di malattia, ma anche un elemento di scompenso che può influenzare negativamente lo sviluppo negli anni dell’infanzia. La malnutrizione può derivare da diversi fattori, tra cui:
1. Aumento del fabbisogno energetico: i neonati con cardiopatie congenite hanno un cuore che lavora di più, il che significa che consumano più energia rispetto ai loro coetanei sani.
2. Ridotto apporto di nutrienti: le difficoltà nell’alimentazione, dovute sia a problemi di suzione che a malformazioni anatomiche, possono portare a un apporto calorico inferiore.
3. Malassorbimento: taluni difetti cardiaci possono influenzare la capacità dell’organismo di assorbire i nutrienti essenziali.
4. Sindromi associate: bambini con sindrome di Down, o con sindrome di George, possono affrontare vari imprevisti nel periodo della crescita.
In questo contesto, l’alimentazione gioca un ruolo cruciale. Le società scientifiche, come la Società Italiana di Neonatologia (SIN) e la Società Italiana di Cardiologia Pediatrica e delle Cardiopatie Congenite (SICP), sottolineano l’importanza del latte materno come alimento ottimale per i neonati con cardiopatie congenite. Il latte materno non solo fornisce un apporto nutrizionale completo, ma è anche un potente alleato nella lotta contro la malnutrizione.
“Numerosi studi hanno dimostrato che il latte materno rappresenta l’opzione ottimale per l’avvio dell’alimentazione di tutti i neonati, in particolare quelli fragili o critici, come quelli affetti da CHD”, afferma Massimo Agosti, presidente della SIN. Questo alimento naturale favorisce la tolleranza alimentare, sostiene una corretta funzione gastrointestinale e contribuisce alla maturazione del sistema immunitario e alla composizione del microbiota intestinale.
Quando il latte materno non è disponibile, il latte umano donato rappresenta un’ottima alternativa. “È importante che le famiglie e i professionisti della salute siano informati e supportati nel percorso di alimentazione dei neonati”, sottolinea Daniela Doni, segretario del gruppo di studio di cardiologia neonatale della SIN.
Nei pazienti portatori di cardiopatia congenita che dovranno essere sottoposti a interventi cardiochirurgici, una corretta alimentazione è fondamentale. “Consentire al neonato di arrivare alla procedura con il maggior peso possibile è essenziale”, osserva Gabriele Rinelli, presidente della SICP. L’inizio precoce dell’alimentazione, anche con piccole quantità di latte, può aiutare a raggiungere gli obiettivi energetici per una crescita sana.
La prevenzione della malnutrizione e del deficit di crescita non solo influisce sulla sopravvivenza immediata, ma ha anche conseguenze significative sulla qualità della vita e sullo sviluppo a medio e lungo termine di questi bambini. Garantire un’alimentazione adeguata è, quindi, un passo fondamentale per migliorare le prospettive di vita e benessere di questi piccoli pazienti.
In definitiva, le cardiopatie congenite pongono sfide significative per i neonati e le loro famiglie, ma con un’adeguata attenzione e supporto, è possibile affrontare queste difficoltà. La Giornata Mondiale delle Cardiopatie Congenite è un’importante opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di garantire un’alimentazione adeguata per i bambini affetti da queste condizioni. Investire nella salute e nel benessere di questi piccoli pazienti è un dovere che riguarda tutti noi.
Il latte materno, fonte preziosa di nutrimento, rappresenta una speranza e un’opportunità per migliorare la vita dei neonati con cardiopatie congenite, offrendo loro non solo sostegno fisico, ma anche un futuro più luminoso.