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Carenza B12 e ictus

Una carenza di vitamina B12 è molto frequente nella fascia degli anziani, in tutti i soggetti che hanno problemi a livello gastrico ed in ultimo nei soggetti che hanno una carenza genetica del fattore di Castle.
Molto probabilmente esiste una lacuna nella comprensione dei meccanismi attraverso i quali una carenza di B12 porta ad un aumento di rischio di ictus, questo perchè le vitamine sono economiche e non sono brevettabili, quindi le multinazionali non hanno interesse a finanziare i ricercatori.
Verosimilmente la carenza di vitamina B12 aumenta i livelli di omocisteina (mutazione MTHFR) che sono un fattore di rischio ben noto per l’ictus ischemico ed anche per le malattie cardiovascolari, ed è visto come concausa delle placche aterosclerotiche.
Nello studio della carenza di vitamina B12 è opportuno sottolineare l’importanza del fattore intrinseco di Castle che è una glicoproteina sintetizzata dalle cellule parietali della mucosa, del fondo e del corpo dello stomaco che è fondamentale per l’assorbimento della B12.
Inoltre a livello gastrico la pepsina e la forte acidità facilitano il rilascio della conbalamina (B12) legata alle proteine alimentari.
La B12 una volta prodotta viene legata ad una proteina di trasporto, la transconbalamina, per essere trasportata al fegato attraverso il circolo portale.
Nell’anemia perniciosa, che è una malattia autoimmune, l’organismo produce anticorpi contro le cellule parietali e/o il fattore intrinseco, compromettendone l’assorbimento.
Deficit del fattore di Castle si registra anche nella gastrite atrofica e nei pazienti che hanno subito interventi di chirurgia bariatrica contro l’obesità severa.
Un altro teorico rischio di ictus è dovuto ai cambiamenti della mielinizzazione in seguito alla somministrazione di simvastatina che blocca la differenziazione delle cellule progenitrici limitando così i processi di riparazione del tessuto cerebrale.
La Fondazione Mediterraneo attraverso il suo Responsabile Scientifico Prof. Corrado Perricone ematologo, suggerisce di monitorere il livello di vitamina B12 nel sangue, e somministarla eventualmente in caso di carenza sotto forma sublinguale, prima di ipotizzare una terapia a base di statina verificarne anche gli effetti collaterali e limitarne l’uso eventualmente solo ai pazienti affetti di ipercolesterolemia familiare.
In collaborazione con Sabina Meo

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