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Colesterolo cattivo, il nemico della salute da combattere

Il colesterolo cattivo è il nemico della nostra salute quando i livelli si alzano a causa di una alimentazione non troppo equilibrata o quando i farmaci per curarli non vengono assunti in maniera corretta.

È il colesterolo cattivo, incriminato come la causa principale dell’aterosclerosi.

Ridurre i livelli di colesterolo cattivo nel sangue riduce sempre il rischio di aterosclerosi, malattia che è causa dell’infarto miocardico, della chiusura delle arterie, dell’ictus cerebrale.

Non esiste un livello di colesterolo sotto il quale il paziente è al sicuro e sopra al quale è a rischio. Le valutazioni di rischio cardiovascolare vanno calcolate su ogni singolo paziente.

È quindi fondamentale tenere sotto controllo il colesterolo cattivo considerando il proprio rischio  personale in funzione anche di fattori come l’uso del tabacco,  l’ipertensione,   il   diabete   e l’obesità.

In che modo si può tenere sotto controllo i livelli di colesterolo cattivo nel sangue?

Dobbiamo innanzitutto correggere gli stili di vita: seguire una dieta adeguata (incide per il 10-15% sul contenimento del colesterolo), fare attività fisica e assumere farmaci adeguati al proprio livello di rischio.

Le concentrazioni plasmatiche di colesterolo dipendono solo in parte dalla quantità di colesterolo introdotto con gli alimenti dal momento che la maggior parte è sintetizzato dal fegato in base alle caratteristiche genetiche di ciascun individuo.

Il colesterolo elevato è un fattore di rischio maggiore per malattia cardiovascolare e questo è particolarmente evidente nel paziente con diabete mellito che spesso presenta elevati livelli di colesterolo Ldl e ridotti livelli di colesterolo Hdl, protettivo. 

Le statine, farmaco base per abbassare il colesterolo, sono pietre miliari tra le terapie nelle persone a rischio cardiovascolare e rappresentano la prima scelta di terapia nei pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare.

L’aggiunta di ezetimibe contribuisce ad un’ulteriore riduzione pari al 10/20% dei valori di C-LDL ed è raccomandata come secondo livello di trattamento o come primo livello in pazienti intolleranti alle statine. Come trattamento di terzo livello possono essere considerate anche combinazioni di statine con altri agenti ipolipemizzanti, quali sequestranti di acidi biliari o fibrati.

In alcuni casi, tuttavia, pur ricorrendo alle combinazioni più potenti, c’è una risposta insoddisfacente a questi farmaci e i pazienti rimangono ad un livello di rischio cardiovascolare elevato. Accanto alla terapia farmacologica si può ricorrere alla Ldl aferesi, un procedimento di rimozione meccanica del colesterolo Ldl dal sangue. Sono “oggi” disponibili nuove terapie per questi pazienti: PCSK9 inibitori.

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