“Il riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio dell’umanità, fortemente sostenuto da tutto il Governo Meloni, ci riempie di orgoglio e conferma l’eccellenza del nostro modello alimentare, simbolo della nostra identità nazionale e di una lunga tradizione di benessere, genuinità e convivialità. Fieri di questo grande successo, continuiamo a promuovere la cucina italiana insieme alla dieta mediterranea come pilastro di uno stile di vita in salute”.
È quanto dichiara il Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
La cucina italiana, la Dieta Mediterranea, non sono solo ricette ma un modello di vita, cultura applicata al quotidiano che valorizza soprattutto i prodotti e le filiere enogastronomiche e l’arte culinaria del Sud, Campania in testa (dove la dieta Mediterranea è nata, battezzata da Ancel Keys, biologo statunitense trapiantato nel Cilento dove vive una delle popolazioni più longeve del mondo), seguita da Sicilia e Puglia. Dieta Mediterranea già
riconosciuta come patrimonio UNESCO per i suoi benefici sulla salute, riducendo rischi di cancro e malattie croniche.
Una scia seguita ora dalla Cucina dell’intero Paese che diventa Patrimonio Immateriale dell’Umanità. È la prima cucina al mondo a essere riconosciuta nella sua interezza nazionale. A deliberarlo, all’unanimità, è stato il Comitato intergovernativo dell’Unesco, riunito a Nuova Delhi per tutta questa settimana, nella quale sono al vaglio altre 60 proposte.
La cucina italiana è stata scelta in quanto «miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie, «un modo per prendersi cura di se stessi e degli altri, esprimere amore e riscoprire le proprie radici culturali, offrendo alle comunità uno sbocco per condividere la loro storia e descrivere il mondo che li circonda». Un meda in Italy insomma che esprime a tavola tradizione, cultura e salute.
La delegazione italiana è stata guidata dall’ ambasciatore all’Unesco Liborio Stellino, dal professore Pier Luigi Petrillo, responsabile del comitato scientifico, da Maddalena Fossati, direttrice della storica rivista La Cucina Italiana, che presiede il comitato promotore, e da due alti funzionari del ministero, Maria Assunta Peci e Maria Sinibaldi.
L’Italia è prima al mondo per riconoscimenti nel settore agro-alimentare in proporzione al numero dei riconoscimenti complessivi ottenuti. Delle 21 tradizioni iscritte nella Lista dei patrimoni culturali immateriali, 9 sono infatti riconducibili all’agroalimentare: la cucina italiana, l’arte dei pizzaioli napoletani, la transumanza, la costruzione dei muretti a secco in agricoltura, la coltivazione della vite ad alberello dello zibibbo di Pantelleria, la dieta mediterranea, la cava e cerca del tartufo, il sistema irriguo tradizionale, l’allevamento dei cavalli lipizzani.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una telefonata con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha espresso il compiacimento per un successo che rafforza il prestigio italiano nel mondo. Anche la premier Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione per un successo che appartiene anche al suo governo.
” Riconoscimento che onora la nostra identità, perché per noi italiani la cucina non è solo cibo, non e solo un insieme di ricette, e molto di più, e cultura, tradizione, lavoro, ricchezza. La nostra cucina aggiunge la premier – nasce da filiere agricole che coniugano qualità e sostenibilità, custodisce un patrimonio millenario che si tramanda di generazione in generazione cresce nell’eccellenza dei nostri produttori, si trasforma in capolavoro nella maestria dei nostri cuochi, viene presentata dai nostri ristoratori con le loro straordinarie squadre, e un primato che non può che inorgoglirci, che ci consegna uno strumento formidabile per valorizzare ancora di più i nostri prodotti, proteggerli con maggiore efficacia da imitazioni e concorrenza sleale. Già oggi esportiamo 70 miliardi di euro di agroalimentare. Siamo la prima economia in Europa per valore aggiunto nell’agricoltura».





