Recuperare rapidamente la vista, non importa se per una grave malattia miopia, astigmatismo, presbiopia o altri difetti refrattivi con un collirio miracoloso.
Imperversano da mesi sui social (Facebook, TikTok, you tube video che pubblicizzano questo rimedio. Frame diversi l’uno dall’altro ma tutti finalizzati alla reclame di un collirio dalle capacità prodigiose a base di imprecisati rimedi naturali. Una fake come tante ma più dannosa di altre per la capacità di fare presa e dare false speranze a chi ha seri problemi di vista per i quali la scienza, talvolta, non ha soluzioni. Fake dai profili truffaldini e con risvolti anche penali nel caso in cui sono carpite, come accaduto, foto di illustri clinici a sostegno della presunta ricerca e l’avallo, anch’esso falso, di Associazioni molto serie di ipovedenti come l’Iapb. Da qui la levata di scudi affidata a un comunicato stampa e a una denuncia degli oculisti italiani.
“Siamo pronti ad azioni legali – dicono in una nota. Promesse guarigioni da patologie della vista senza alcuna prova scientifica”. Così la Società italiana di Scienze oftalmologiche (Siso) e L’Associazione italiana medici oculisti (Aimo) che si associano alla presa di distanza dal collirio reclamizzato dell’ Iapb (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità). Gli oculisti denunciano le false informazioni diffuse in questi giorni sul web in quanto «prive di evidenza scientifica e di ogni plausibile valore, anche solo ipotetico».
“Che un collirio possa essere capace di curare numerose malattie oculari, anche invalidanti, lo capiscono tutti che è una bufala – avverte al Mattino Teresio Avitabile cattedratico presso la Clinica oculistica dell’Università di Catania e presidente nazionale Sifo – la segnalazione ci è giunta alcune settimane fa da un autorevole collega di una Università di una Regione del Nord e subito ci siamo attivati con il mostro ufficio legale e ufficio stampa per avviare un’azione legale e diffondere corrette informazioni. Il danno maggiore lo hanno le persone che non avendo possibilità di cura si aggrappano a ogni possibile notizia che dia loro una speranza. La questione poi assume contorni inquietanti quando si usano immagini di autorevoli colleghi e presunte testimonianze di efficacia usando il buon nome di associazioni come l’Iapb che a sua volta ha preso ufficialmente le distanze”.
“Purtroppo è successo a me ma oltre che ad altri valenti oculisti – avverte Vincenzo Orfeo, direttore dell’Unità operativa di Oculistica della Clinica Mediterranea di Napoli, professore a contratto in Oculistica a Trieste e
Segretario nazionale Aiccer, l’associazione italiana della cataratta e chirurgia refrattiva – con evidenti scopi di improprio lucro. Ho provveduto a segnalare questo uso improprio e truffaldino sia ai social che hanno diffuso il video sia alle autorità competenti».
L’apb come detto prende anch’esso le distanze da un millantato suo coinvolgimento nella ricerca a sostegno della «impossibile attività terapeutica del prodotto reclamizzato” preannunciando opportune azioni legali». Anche Siso ed Aimo. «si riservano di agire nelle sedi opportune, al fine di tutelare la salute visiva dei cittadini italiani» ed esortano i pazienti italiani a servirsi solo dei canali ufficiali per la cura delle malattie oculari e a diffidare di “terapie miracolose e di comunicati e video diffusi sul web, non avvalorati da alcuna evidenza scientifica, consultandosi col proprio medico di famiglia, con gli specialisti ambulatoriali o con il proprio oculista specialista di riferimento prima di assumere farmaci e colliri dalle presunte proprietà curative”. La vista e gli occhi insomma sono troppo preziosi per affidarsi a rimedi incerti e sconosciuti alla scienza, diffusi senza controlli e senza studi seri alle spalle senza contare che qualunque integratore deve sempre essere valutato in studi scientifici per escludere, almeno, che vi possa essere una tossicità.
L’unico collirio utilizzabile per la cura di degenerazioni corneali legate al cheratocono è quello a base di riboflavina, una vitamina (B2) fotosensibile che viene utilizzata per rinforzare la cornea nei casi di anomalie strutturali congenite come appunto il cheratocono.
I risultati possono essere molto diversi da paziente a paziente. È possibile, infatti, che il trattamento arresti lo sfiancamento corneale o che ne rallenti la progressione. Non è infrequente che il paziente riporti a distanza di tempo anche miglioramenti del visus naturale. Ma tutto questo passa per la visita, la valutazione, la prescrizione dello specialista oculista trattandosi di un trattamento para chirurgico a bassa invasività in quanto prevede non solo l’installazione di vitamina B2 o riboflavina in collirio nella cornea ma anche l’irradiazione a basso dosaggio con raggi ultravioletti di tipo A (UVA). Nel corso dei 30 minuti del trattamento l’applicazione della riboflavina viene ripetuta ogni 5 minuti.
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