E’ oramai noto che il principale recettore di ingresso utilizzato dal virus per accedere alla cellula dell’ospite nei vari distretti sia l’Angiotensin-converting enzyme 2 (ACE2). Questo enzima fino ad oggi era conosciuto prevalentemente come uno degli enzimi importanti del sistema renina-angiotensina (RAS) che regola la pressione arteriosa, lo scambio e la quantità di liquidi, l’equilibrio elettrolitico e le resistenze vascolari sistemiche. Oggi è noto per essere utilizzato dal Coronavirus per infettare le cellule del polmone causando la pericolosa sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) tipica delle fasi più gravi dell’infezione. Tra le molte cellule che esprimono ACE2, vi sono anche le cellule beta pancreatiche fondamentali nel diabete. Per questo un gruppo internazionale di esperti ha ritenuto opportuno esprimere delle raccomandazioni per la gestione del diabete durante la pandemia. Che sono qui di seguito sintetizzate:
- I pazienti con diabete e COVID-19 richiedono un monitoraggio continuo della glicemia e non devono interrompere le terapie antipertensive e ipolipemizzanti (compresi ACE inibitori, Sartani e statine). Dovrebbero invece essere rimandati gli interventi chirurgici non essenziali ovvero posticipabili. Il monitoraggio a distanza dei pazienti attraverso le metodiche di telemedicina è fortemente auspicabile.
- I pazienti con diabete tipo 1 e non ben controllati (glicemia elevata), sono ad alto rischio infettivo e vanno monitorati attentamente anche per il rischio elevato di chetoacidosi che se non prontamente trattata è causa di mortalità ( i cui sintomi sono minzione frequente e abbondante, sete intensa non soddisfatta bevendo, stanchezza, debolezza, affaticamento ingiustificati, respiro pesante, difficoltoso e ansimante, possibile perdita di peso)
- Pazienti ad alto rischio sono quelli sottoposti a trapianto delle isole pancreatiche, di pancreas, di rene e quelli che assumono immunosoppressori. I pazienti con diabete di tipo 2 e steatosi epatica, ad elevato rischio di tempesta citochinica. I pazienti con diabete di tipo 2 che presentano obesità (per il rischio di complicanze durante la ventilazione meccanica).
- Viene inoltre indicato che il personale sanitario diabetico non andrebbe utilizzato in prima linea, ma nell’impossibilità di questo dovrebbe essere rifornito molto attentamente dei migliori DPI.
- A proposito di terapie: i pazienti con una forma severa di COVID-19 richiedono dosi elevate di insulina, da somministrare mediante infusione; dato che eventuale eccesso di liquidi può esacerbare l’edema polmonare deve essere portata molta attenzione al bilancio del potassio e all’equilibrio dei fluidi; nei pazienti ricoverati con sintomi severi di COVID-19, andrebbero sospesi per il rischio aumentato di chetoacidosi metformina e SGLT-2; pazienti che assumono farmaci incretinici (DPP4 e GLP1) non ci sono evidenze di necessità di sospensione della terapia (i GLP-1 vanno monitorati per la possibile disidratazione