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Dolore cronico lieve e moderato, l’inappropriatezza delle cure genera rischi per la salute

Artrosi del ginocchio, dell’anca, della spalla. E poi per fare solo qualche esempio, discopatie, stenosi midollari a carico della colonna, fibromialgie

Patologie diverse con un comune denominatore: quel dolore cronico lieve e moderato che in Italia colpisce 13 milioni di persone, oltre il 20% della popolazione. 

La gestione del dolore cronico passa attraverso due concetti chiave: la corretta informazione e l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci, sui quali il convegno organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Angelini Pharma ha cercato di dare risposte chiare oltre che proposte. 

La maggioranza dei 13 milioni di italiani colpiti da dolore cronico lieve o moderato viene trattato in maniera inappropriata, con farmaci, come i Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei), che quando vengano utilizzati senza la presenza di infiammazione, possono avere gravi effetti collaterali nell’uso a lungo termine, con conseguenze sull’apparato gastrointestinale, emorragiche, renali ed epatiche. 

Studi recenti condotti su una popolazione di oltre 9 milioni di assistiti hanno evidenziato un elevato uso inappropriato e fuori indicazione dei Fans. È noto alla comunità scientifica che la gran parte dei Fans orali, possono causare gravi effetti indesiderati a livello del tratto gastrointestinale alto.

Come spiega Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità, l‘inappropriatezza prescrittiva dei farmaci base per il dolore lieve e moderato gioca un ruolo cruciale. Il report Osmed indica che l’inappropriatezza prescrittiva dei Fans è gravosa per il servizio sanitario nazionale e i servizi sanitari regionali, oltre che per la salute; quando non usati in maniera appropriata, infatti, i Fans provocano effetti collaterali importanti. 

La medicina generale riveste in questo contesto un ruolo fondamentale nella prescrizione appropriata dei farmaci; il paracetamolo risulta la prima scelta nella gestione del dolore lieve e moderato in assenza di stato infiammatorio. Un esempio di buona pratica su questi aspetti è stata la pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle linee guida sulla terapia del dolore cronico non oncologico.

L’impegno sull’appropriatezza è una costante nel lavoro di Cittadinanzattiva: “Lappropriatezza deve essere sia quella prescrittiva e terapeutica che quella della comunicazione e informazione, sia da parte dei professionisti che delle istituzioni” ha spiegato Franco Alajmo, Coordinatore del Tribunale per i diritti del malato e responsabile di Cittadinanzattiva Firenze. 

Dai report di Cittadinanzattiva emergono due punti: quanto il dolore cronico incida sulla qualità di vita e sulle conseguenze di tipo lavorativo e sociale e, secondo punto, in troppi casi i pazienti non sentono riconosciute a pieno le loro problematiche di convivenza con il dolore, purtroppo spesso anche da parte dei sanitari. 

Secondo Franco Alajmo, non esistono solo terapie farmacologiche, ma esistono anche prospettive di intervento legate ad aspetti comportamentali e di contesto di vita che possono favorire la coesistenza delle persone (e non parlo intenzionalmente di pazienti) con il dolore cronico. 

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