La rivista Time ha annunciato i nomi delle 100 personalità più influenti nel campo della salute e della sanità a livello globale, e tra queste spiccano i nomi di due connazionali di eccezionale valore: Francesco Rubino e Lorenzo Guglielmetti. La presenza in questa élite internazionale testimonia l’impatto delle ricerche e del talento degli italiani all’estero nel fronteggiare alcune delle sfide più urgenti del nostro tempo, dall’obesità alla tubercolosi resistente. La classifica, pubblicata in un contesto che vede tra i protagonisti anche figure di spicco come il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e personalità emergenti dal mondo della politica, della scienza e dell’industria farmaceutica, rappresenta un vero e proprio caleidoscopio dei profili che contribuiscono maggiormente ai progressi della medicina a livello globale.
Francesco Rubino, responsabile della chirurgia metabolica e bariatrica al King’s College di Londra, figura nella categoria leader. È riconosciuto per il suo ruolo in un ambito cruciale: la lotta all’obesità, che l’Oms definisce come una delle più grandi scommesse dei nostri tempi. Negli ultimi anni, farmaci come semaglutide e tirzepatide stanno orientando le conversazioni sui social media e negli studi medici, portando l’attenzione su un problema che riguarda più di un miliardo di persone nel mondo: l’obesità. Tuttavia, nonostante questa crescente attenzione, la definizione stessa di obesità rimane ancora una questione complessa e mancava una descrizione universalmente accettata. Alcuni clinici la considerano una malattia cronica evolutiva e ingravescente, da attenzionare alla stessa stregua del diabete o dell’ipertensione, tanto da richiedere trattamenti mirati. Altri medici, invece, considerano il sovrappeso un fattore di rischio, e giudicano patologici solo i grandi obesi. Rubino ha guidato un gruppo di esperti incaricati dalla rivista Lancet di ridefinire l’obesità. L’obiettivo era permettere ai medici di riconoscerla, diagnosticarla e trattarla come malattia, piuttosto che come un semplice problema estetico o rischio potenziale. Dopo intensi dibattiti, il gruppo ha elaborato e pubblicato a gennaio le linee guida che distinguono tra obesità preclinica (persone che stanno ancora bene) e obesità clinica, includendo soggetti che già manifestano sintomi correlati all’aumento di peso come diabete, apnee notturne o ipertensione. Distinguere tra rischio e malattia conclamata aiuta a indirizzare i trattamenti in modo più efficace, afferma Rubino.
Lorenzo Guglielmetti, inserito nella categoria catalizzatori, si distingue per il suo lavoro contro la tubercolosi resistente alla rifampicina. Ricercatore di punta del progetto End Tb, recentemente ha pubblicato sul New England Journal of Medicine uno studio su tre nuove terapie orali che si sono dimostrate in grado di debellare il micobatterio riducendo i tempi di cura e gli effetti collaterali, una speranza concreta considerando che oltre 410mila persone ogni anno contraggono una tubercolosi resistente. Dopo anni di impegno sul campo con Medici senza Frontiere, Guglielmetti si prepara a tornare in Italia, all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, per proseguire una ricerca che egli stesso, in una dichiarazione resa a Manuela Correra, giornalista dell’Agenzia Ansa Salute, definisce “libera, indipendente e con un impatto diretto sui paesi del Sud Globale, dove la Tbc rappresenta ancora una delle maggiori minacce”. La sua scelta di rientrare in Italia sottolinea il valore della ricerca nazionale, anche di fronte ai limiti di fondi e alle sfide politiche, e mette in luce come l’Italia possa ancora essere un centro di eccellenza nel panorama internazionale. Il processo di selezione delle top 100, le personalità più influenti secondo la rivista Time, è stato lungo e articolato, coinvolgendo corrispondenti e redattori specializzati da ogni parte del mondo, guidati da Emma Barker Bonomo e Mandy Oaklander. Il risultato è un mosaico di leader, pionieri e innovatori che stanno cambiando le sorti della salute globale, spaziando dall’igiene pubblica alla politica sanitaria, fino all’industria farmaceutica.
Tra i cosiddetti titani della lista, spicca anche Ghebreyesus, il numero uno dell’Oms, che sta affrontando le criticità dei bilanci che hanno costretto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a una repentina cura dimagrante, uno sfoltimento dei ranghi, dopo la marcia indietro di alcuni grandi finanziatori. La rivista evidenzia anche figure come Robert F. Kennedy Jr, il quale, come segretario del Dipartimento della Salute degli Stati Uniti, sta affrontando una riorganizzazione del sistema sanitario americano, con tagli e ristrutturazioni che stanno suscitando riflessioni a livello internazionale. Nell’elenco figurano anche, tra i pionieri, il primo ministro australiano Anthony Albanese, che, spiega Time, impressionato dall’incidenza crescente di problemi di salute mentale negli adolescenti, ha sfidato i colossi del web ed è arrivato a vietare ai minori di 16 anni l’accesso ai social media. Da citare anche la principessa Kate Middleton, che parlando apertamente della sua malattia ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica il fenomeno legato a una escalation dei casi di cancro nelle giovani generazioni.
L’onda lunga di questa selezione vede dunque un comune denominatore, l’impegno per un mondo più sano, con iniziative che spaziano dalla prevenzione alla terapia, dalla ricerca alle politiche pubbliche. Entro maggio, la rivista riunirà i membri del programma Time 100 Health a New York City, in un forum che si preannuncia come un importante momento di scambio di idee e strategie per affrontare le sfide sanitarie del futuro. Tra questi protagonisti, l’Italia, come si diceva, può vantare due figure che hanno lasciato il segno in modo decisivo, e che finiranno per cambiare le sorti di malattie che affliggono milioni di persone nel mondo. La presenza di Rubino e Guglielmetti nella top list testimonia la qualità dei ricercatori italiani all’estero. La loro storia, fatta di impegno, innovazione e speranza, è di esempio per tutti.