Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un netto incremento delle richieste di esami cardioradiologici, TC ed RM, per pazienti ricoverati ed ambulatoriali; tale incremento è dovuto all’inserimento nelle linee guida cardiologiche nazionali ed internazionali dell’imaging non invasivo sia per lo studio della cardiopatia ischemica sia non ischemica.
“Relativamente all’esperienza del presidio Molinette dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, nel triennio 2017-2019 è evidenziabile un tangibile incremento degli esami cardioradiologici eseguite e, in particolare, la TC coronarica ha subito un incremento costante del 70% nel 2018 e del 58% nel 2019”.
Dati alla mano, Riccardo Faletti, Professore Dipartimento Scienze Chirurgiche – Diagnostica per immagini Università degli Studi di Torino, illustra un quadro che nel corso del tempo è cambiato, mettendo in luce allo stesso tempo la necessità di un adeguamento delle risorse tecnologiche e delle competenze professionali.
L’occasione è la Winter School 2022 di Pollenzo, dal titolo ‘Oltre la logica dei silos per un’offerta integrata di salute’, organizzata da Motore Sanità, in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, evento di alto profilo in ambito sanitario, nella sessione “Cronicità e approccio integrato: le sfide per una filiera dell’offerta di diagnosi, azioni, controllo e formazione tecnologica – Le malattie cardiovascolari: bisogni irrisolti, che cosa curare a livello territoriale e con quali supporti tecnologici ed informatici”.
“L’elevato valore predittivo negativo (prossimo al 95%) della TC coronarica consente di escludere in tempi rapidi la patologia coronarica significativa nei pazienti a rischio basso, evitando di dover ricorrere alla coronarografia che, per costi ed invasività, non dovrebbe essere eseguita nei pazienti a basso rischio – prosegue il Professor Faletti -. La RM cardiaca consente una valutazione estremamente accurata delle caratteristiche del muscolo cardiaco, unica nel suo genere, che si presta allo studio di tutte le cardiomiopatie sia nei soggetti anziani, ma soprattutto nei giovani”.
La pandemia Covid-19 ha fatto impennare le richieste di questi esami.
“Nell’attuale situazione di pandemia da Covid-Sars-2 è ben noto l’aumentato rischio di patologia cardio-vascolare legato a questa infezione e alle eventuali complicanze post-vaccinali – conclude Faletti – ne consegue che negli ultimi due anni si è verificato un ulteriore incremento della richiesta di tali tipologie di esami per lo studio delle complicanze cardio-vascolari da questa infezione. All’aumentare della richiesta di tali prestazioni è parzialmente corrisposto un adeguamento delle risorse tecnologiche e delle competenze professionali.
Tale tipologia di esami richiede infatti un equipaggiamento tecnico delle apparecchiature TC ed RM non sempre presente nelle strutture ospedaliere e nei poliambulatori sul territorio e anche le competenze professionali dei radiologi impiegati nell’esecuzione e nella refertazione di tali esami non sono comprese nella formazione di base dello specialista in diagnostica per immagini. Per ciò che concerne quest’ultimo aspetto le scuole di specialità si stanno adeguando cercando di prevedere dei percorsi specifici per gli esami cardioradiologici”.
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