Gli esperti dell’Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma (AIL) indagano il binomio ambiente e politiche sanitarie
L’emergenza cancro rappresenta la più grande sfida sociale e sanitaria del nostro tempo e si comincia a riconoscere una crescente interconnessione tra inquinamento ambientale e salute pubblica. Secondo le stime, nel 2022 si sono registrati nel mondo circa 20 milioni di nuovi casi e 9,7 milioni di morti per tumore. Si prevede che entro il 2050 i nuovi casi potrebbero superare i 35 milioni, con un aumento del 77% rispetto al 2022. Questo trend allarmante è alimentato da diversi fattori, tra cui l’invecchiamento della popolazione e l’esposizione agli agenti inquinanti. Su questi temi si è svolta a Roma la quarta edizione del convegno nazionale organizzato dall’Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma (AIL). “Curare è prendersi cura. Impatto ambientale e rischio sanitario, benessere e stili di vita”, è il titolo dell’evento che ha riunito clinici, ricercatori, studiosi di scienze sociali e ambientali, rappresentanti delle istituzioni e del mondo del volontariato. Gli esperti condividono la necessità di affrontare le emergenze ambientali anche sotto il profilo delle ricadute in medicina. Giuseppe Toro, presidente nazionale AIL, e Aurelio Angelini, sociologo dell’ambiente, hanno guidato una serie di discussioni mirate a promuovere strategie e che possano invertire un trend negativo ormai evidente. La relazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che sottolinea come circa il 22% delle malattie globali sia attribuibile a fattori ambientali modificabili, ha fatto da sfondo al dibattito.
L’inquinamento atmosferico, le contaminazioni rappresentate dalle sostanze chimiche nocive disperse nel suolo e nell’acqua, sono un fattore di rischio ormai ben documentato, la concentrazione di inquinanti si riflette nell’aumento di incidenza delle malattie ematologiche. Oltre trenta relatori si sono alternati per portare le loro testimonianze e ricerche al convegno AIL. I temi affrontati sono stati molteplici, dalla epidemiologia all’analisi dei modelli alimentari, con interventi significativi, come quello di Giorgio Parisi, Premio Nobel per la fisica. Nel suo intervento il professore ha rimarcato l’importanza di un approccio interdisciplinare nella comprensione dei fattori di rischio per la salute. Uno degli obiettivi principali di AIL è aumentare la consapevolezza sociale riguardo al legame tra ambiente e salute. I rappresentanti delle istituzioni sono stati invitati a rivedere le politiche di prevenzione, considerando che molte malattie si potrebbero evitare con una maggiore attenzione alla qualità dell’ambiente. In un contesto dove l’assistenza sanitaria deve andare di pari passo con la salvaguardia ambientale, l’impegno degli attori coinvolti si propone di mettere in moto un cambiamento in positivo. “Curare è prendersi cura” non è solo un motto, ma un invito all’azione per preservare la natura e l’equilibrio del pianeta Terra.
Nel corso della seconda sessione del convegno AIL, studiosi ed esponenti dell’associazionismo hanno messo in luce il tema cruciale della cultura della cura, enfatizzando la necessità di unire scienza, etica e giustizia sociale. Giuseppe Notarstefano, Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, ha aperto la sessione richiamando l’attenzione sul paradigma dell’ecologia integrale proposto da Papa Francesco. Ha denunciato le ingiustizie di un’economia che crea scarti sociali e uccide, esortando una riflessione profonda su come affrontare questi temi. Riccardo Guarino, dell’Università di Palermo, ha aggiunto ulteriore spessore al dibattito, sottolineando l’importanza di ecosistemi sani per garantire il benessere umano. L’analisi di Guarino ha evidenziato come lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali comprometta la capacità della terra di rigenerarsi, un tema cruciale in un’epoca di cambiamenti climatici drammatici. Franco Andaloro, della Fondazione Italiana Biologi, ha poi approfondito il tema delle nanoplastiche in mare, un problema con un impatto diretto sulla salute umana, e che suscita forti preoccupazioni. Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, ha introdotto il concetto di One Health, ponendo l’accento sull’importanza delle determinanti sociali della salute. Mario Salomone è intervenuto per chiarire come la catastrofe climatica e le disuguaglianze sociali siano interconnesse, necessitando di un approccio sistemico nel dibattito pubblico. La giornata è stata chiusa con un intervento di Vandana Shiva, figura di spicco nel panorama ambientalista, che ha richiamato l’attenzione sulla connessione tra la salute del Pianeta e quella degli esseri umani.
La terza sessione ha visto una panoramica delle azioni condotte dalle diverse sezioni AIL. Giuseppe Navoni ha illustrato gli sforzi della sezione di Brescia nella sensibilizzazione riguardo all’inquinamento, mentre Carmela Nicita ha evidenziato una correlazione preoccupante tra l’aumento di tumori nella zona di Ragusa e fattori ambientali. Patrizia Badini di Viterbo ha parlato dell’importanza della prevenzione e della promozione di stili di vita sani, affermando che prendersi cura significa anche prendersi cura dell’ambiente. Ruggero Ridolfi ha affrontato il legame tra inquinamento ambientale e aumento delle patologie oncologiche, evidenziando un raddoppio dell’incidenza tra i giovani negli ultimi 15 anni. Prisco Piscitelli ha messo in luce la normalizzazione del rischio tumorale nella popolazione pediatrica, sollecitando interventi mirati. Sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di una dieta sana è stato il focus dell’intervento di Renata Alleva, mentre Alessandro Giannì di Greenpeace ha fornito un’analisi sugli effetti dei PFAS, sostanze chimiche un tempo considerate innocue. La quarta parte del Convegno ha visto l’approfondimento di come l’ambiente influisca sugli stili di vita e, di conseguenza, sulla salute. Alessandro Maria Vannucchi ha parlato dei fattori comportamentali legati alle neoplasie mieloproliferative, mentre Paola Michelozzi ha trattato gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute umana. La sessione si è conclusa con un focus sull’inquinamento elettromagnetico e i suoi rischi per la salute.
L’ultima sessione del convegno AIL ha posto l’accento sull’importanza dell’approccio medico-epidemiologico nella lotta contro il cancro. Interventi di esperti come Morando Soffritti e Adriano Venditti hanno esplorato il ruolo degli agenti tossici e dell’ereditarietà nell’aumento delle leucemie. Sabina Sieri ha esaminato i legami tra stile di vita e malattie ematologiche, mentre Felice Lopane rifletteva sull’impatto della trasformazione demografica sul futuro della salute pubblica. In definitiva questo convegno AIL ha contribuito a consolidare l’impegno verso una salute sostenibile, richiamando la società civile a una maggiore responsabilità. Le sfide sanitarie devono essere affrontate con collaborazione tra tutti gli attori sociali, politici e culturali. Dai dati scientifici emersi durante la giornata si evince che è necessario promuovere politiche che integrino la salute e l’ambiente, in un mondo attraversato purtroppo da guerre devastanti, sconvolgimenti climatici e livelli di inquinamento senza precedenti.
In un mondo sempre più sensibile ai temi della sostenibilità, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha sottolineato un connubio fondamentale tra tutela ambientale e salute pubblica. Nel messaggio rivolto ai partecipanti al convegno dell’Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma, il ministro ha evidenziato come un ambiente sano possa contribuire significativamente a ridurre i fattori di rischio per la popolazione. La dichiarazione ha messo in luce l’importanza di investire nella prevenzione globale: “Tutelare l’ambiente significa anche investire sulla salute”. È un messaggio chiaro che sottolinea come le politiche ambientali non riguardino solo la salvaguardia della natura, ma anche il benessere delle persone. Il ministro ha enfatizzato l’impegno per la decarbonizzazione, sia in ambito civile che industriale, assieme alla promozione di un’agricoltura di qualità con filiere controllate. Queste iniziative sono parte integrante della strategia per un’Italia in cui salute e ambiente si intrecciano in un circolo virtuoso.
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