Il sovrappeso, l’obesità, le dislipidemie, la sindrome metabolica, il diabete di tipo 2: tutte condizioni legate allo stile di vita e alle abitudini alimentari che incidono sull’aspettativa di vita. Gli studi scientifici lo dimostrano: la salute si costruisce a tavola, sulla base del cibo che mangiamo. Dieta deriva dal greco “δίαιτα” e rimanda al “modo di vivere” e racchiude il complesso delle norme di vita quali: alimentazione, attività fisica, riposo adatte a mantenere lo stato di salute.
Nella clinica l’alimentazione, il cibo, la chimica del cibo, può essere un alleato irrinunciabile del medico per recuperare una condizione patologica. Pensiamo al cosiddetto fegato grasso, ossia la steatosi epatica: una condizione molto diffusa nella popolazione generale che trova nel sovrappeso, obesità e diabete i principali fattori di rischio per il suo sviluppo. “In via generale possiamo affermare che 7-8 pazienti su 10 con il diabete presentano una steatosi epatica – spiega Filomena Morisco professore di Gastroenterologia, direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato digerente dell’Università degli Studi di Napoli Federico II
Nonché responsabile dell’Unità dipartimentale malattie del fegato e delle vie biliari – in pratica il diabete, che è una malattia sistemica, determina, come è ben noto, non solo la compromissione dell’apparato cardiovascolare e della funzione renale ma danneggia anche il fegato. Nella attuale pratica clinica l’attenzione a questo aspetto deve essere rigorosa poiché in circa il 15 % dei casi la steatosi si accompagna ad una forma severa di danno epatico con infiammazione e fibrosi avanzata, fattori che caratterizzano la steatoepatite accompagnate ad alto rischio di cirrosi e tumore del fegato”.
In uno studio pubblicato dal database ITALICA, il più ampio database italiano sull’epatocarcinoma è emerso che in questo decennio, dopo la riduzione dei casi ad eziologia virale per la disponibilità di farmaci che eliminano l’infezione da HCV, la maggior parte dei pazienti con epatocarcinoma (il 68,4%) ha un danno epatico su base metabolica e questa percentuale aumenta nel tempo in parallelo all’aumentare delle condizioni dismetaboliche nella popolazione peraltro in una sottovalutazione determinati dai pochi controlli effettuati sullo stato di salute del fegato nei pazienti in sovrappeso o diabetici. “E’ pertanto auspicabile – continua Morisco – che tutti i pazienti diabetici effettuino una valutazione della presenza di steatosi e del grado di fibrosi epatica alla diagnosi o nel corso del follow-up. Sebbene allo stato il gold standard diagnostico sarebbe ancora rappresentato dalla biopsia epatica, l’approccio invasivo è scarsamente applicabile ad un contesto epidemiologico di tale portata. La diagnosi di steatosi epatica si basa pertanto principalmente sull’ecografia addominale che mette in evidenza forme di steatosi da moderate a severe”. Nella pratica clinica non manca l’innovazione con l’utilizzo di algoritmi non invasivi. Per tale motivo da qualche anno la Società Europea e quella italiana di Epatologia, suggeriscono l’utilizzo del FIB-4 che combinando quattro parametri (età, AST,ALT, e piastrine) permette di stratificare la probabilità di avere una fibrosi avanzata e significativa da un punto di vista prognostico.
“In tal caso l’invio del paziente in ambiente epatologico – conferma il nostro esperto – non solo è fortemente consigliato ma direi “mandatorio” per l’esecuzione dell’elastometria epatica (fibroscan) metodica sempre non invasiva e più sensibile nella valutazione sia dell’entità della steatosi che della fibrosi epatica. Oltre alla dieta ed allo stile di vita ad oggi l’unico farmaco approvato negli Stati Uniti per la steatoepatite è il resmetirom. Questo farmaco agendo sul recettore degli ormoni tiroidei beta (THR-β), si è dimostrato utile nel ridurre l’accumulo di grasso nel fegato migliorando il metabolismo lipidico. Negli studi che hanno portato alla sua approvazione il farmaco è stato inoltre in grado di spegnere l’infiammazione senza far progredire la fibrosi, principale caratteristica prognostica del danno epatico. Altri farmaci in fase di sperimentazione sono molecole in grado di agire sui recettori glucagonici e GLP-1 riducendo così l’accumulo di grasso a livello del fegato”.
Queste ultime categorie di farmaci sono già approvate per il trattamento del diabete e possono quindi essere utilizzate già da ora nei pazienti diabetici a maggior ragione in presenza di una concomitante steatosi o stetoepatite.
Nella prevenzione è poi fondamentale dare importanza a una dieta varia ed equilibrata, caratterizzata dall’assunzione bilanciata dei vari nutrienti (macro e micro). L’azione combinata di errate abitudini alimentari (ma anche la vita sedentaria, il fumo di sigaretta ecc.) con le predisposizioni eredo-familiari, facilita lo sviluppo di alcune malattie cardiometaboliche. (ipertensione arteriosa, infarto, ictus, e l’insorgenza di alcuni tumori) impattando sia sul benessere e sulla qualità della vita e sul costo sanitario diretto e indiretto. Per una sana, corretta e sostenibile alimentazione la Dieta Mediterranea rappresenta un riferimento ed è stata riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità. Studi scientifici hanno dimostrato che tale dieta protegge dalle patologie cardiovascolari e dal cancro, in quanto ricca di alimenti di origine vegetale e ricchi di antiossidanti naturali. Si basa sull’incremento dei prodotti di origine vegetale e sulla riduzione di quelli animali; il consumo di frutta e verdure, infatti, garantisce un alto contenuto di vitamine e minerali e di fibra che contribuisce ad aumentare il senso di sazietà e regolare il microbiota intestinale. L’uso di condimenti, come l’olio d’oliva extravergine ed il consumo di pesce azzurro, apportano grassi in proporzioni più salutari, i cereali e i legumi come fonte di carboidrati (pasta, pane ecc.) facilitano l’adesione ad una dieta a basso contenuto di grassi animali e se scelti tra quelli a basso indice glicemico aiutano a regolare la glicemia ed il grado di infiammazione. Inoltre un piatto di pasta con legumi potrebbe sostituire, per il loro contenuto in aminoacidi, una fetta di carne. Al fine di rendere comprensibili e fruibili i principi della Dieta Mediterranea, per permettere alla popolazione di passare dalla teoria alla pratica, è stata messa a punto la Piramide Alimentare Mediterranea realizzata in collaborazione con numerosi enti internazionali e un ampio gruppo di esperti di varie discipline. Un altro utile strumento di comunicazione per agevolare l’attuazione di sane abitudini alimentari (frequenza e qualità del consumo dei cibi) è rappresentato dalla Piramide della Salute. Una corretta alimentazione prevede un giusto equilibrio tra i nutrienti: proteine, carboidrati, grassi e micronutrienti, e un adeguato frazionamento dei pasti nella giornata (5 pasti: colazione, pranzo, cena e due spuntini). Per poter effettuare le scelte alimentari più salutari è bene stilare una lista della spesa oculata e ponderata che favorisca alimenti il più possibile naturali, evitando gli alimenti processati, ultra processati e le bevande zuccherine.
Decalogo per un corretto stile di vita
Non saltare mai la prima colazione per avere energia per affrontare la mattinata, fare attenzione ai condimenti: meglio usare grassi vegetali in particolare olio Evo e non superare i cucchiai di olio al giorno, masticare bene così da avviare una prima digestione del cibo a grazie alla ptialina, un enzima presente nella saliva, non eliminare pane e pasta, alimenti che danno sazietà e se consumati in porzioni che rispettano il fabbisogno per età, non sono eccessivamente calorici, consuma verdura a pranzo e cena, limitare il consumo di alcool, assumere pesce almeno due-tre volte la settimana, in particllare pesce azzurro ricco di omega tre e di un ottimo rapporto omega tre ed omega 6, bere 2 litri di acqua al giorno per la giusta idratazione, coinvolgi i bambini in cucina nella preparazione di ricette sane e gustose. I bambini saranno spronati all’assaggio ed apprezzeranno la ricetta da loro stessi prepara, Mantieni il peso entro i limiti della normalità, rispettare la tua identità culturale consumando gli alimenti fondamentali della propria cultura, nell’ambito di una carretta alimentazione, fare 20 minuti al giorno di esercizio fisico aerobico.