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Gender gap negli atenei: solo lo 0,5% delle donne sono iscritte ai corsi di Tecnologie dell’informazione e della comunicazione

Sul gender gap Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy: “Servono interventi mirati, come piani formativi e doti educative, per promuovere tra le bambine e le ragazze l’acquisizione di fiducia nelle proprie capacità in tutti i settori: nella matematica, le scienze, l’ingegneria e le tecnologie digitali. Solo così sarà possibile ribaltare il paradigma che, di fatto, rappresenta il mondo scientifico come appannaggio solo degli uomini”. 

L’Osservatorio Talents Venture scandaglia i bilanci di genere degli atenei, dando vita a un indice della parità di genere e si sofferma sulla bassissima presenza di donne iscritte nei corsi: solo lo 0,5% delle ragazze iscritte all’Università decide di iscriversi a Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).  I dati, tuttavia, rilevano che più donne che mai si stanno qualificando, riqualificando e migliorando le competenze online. Inoltre, i divari di genere (gender gap) sono sostanzialmente inferiori nelle iscrizioni online, rispetto all’istruzione tradizionale. Sempre nell’ICT, la parità di genere nella formazione online è aumentata tra il 2019 e il 2021. Tuttavia, il comportamento di iscrizione mostra che le preferenze di abilità di uomini e donne continuano a rispondere ai modelli tradizionali, creando divari di genere/gender gap in termini di competenze.  

Serve un cambio di passo, togliere gli stereotipi di genere che hanno radici profonde. Secondo Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy, che precisa: Resta fondamentale un cambio culturale, bisogna togliere questi stereotipi di genere che nascono prima di tutto in famiglia. Importante è il contesto in cui crescono i giovani, specie se la famiglia fa differenze tra maschi e femmine. Noi di Women for Oncology Italy, con la nostra Associazione a sostegno delle donne-medico oncologhe italiane, siamo impegnate per cercare di calmierare questo fenomeno”. Sul come fare, la Professoressa Berardi non ha dubbi: “Servono interventi mirati, come piani formativi e doti educative, per promuovere tra le bambine e le ragazze – a partire da quelle che vivono nei contesti più svantaggiati – l’acquisizione di fiducia nelle proprie capacità in tutti i settori: nella matematica, le scienze, l’ingegneria e le tecnologie digitali. Solo così sarà possibile ribaltare il paradigma che di fatto rappresenta il mondo scientifico come appannaggio solo degli uomini. Ma non solo nell’ambito delle Stem dobbiamo impegnarci: anche nei settori, come quello sanitario, in cui la maggior parte delle studentesse e professioniste sono donne, infatti, c’è molto da fare, forse anche di più. In questi ambiti tante sono le donne ma poche sono quelle che hanno l’opportunità di raggiungere i vertici nelle loro professioni”.

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