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Giornata Mondiale della Tiroide, le raccomandazioni degli endocrinologi

Si rinnova oggi l’appuntamento con la Giornata Mondiale della Tiroide. Promossa dall’Associazione Medici Endocrinologi (AME), in linea con le principali società scientifiche internazionali come l’American Thyroid Association (ATA) e la European Thyroid Association (ETA), la manifestazione si rivolge a milioni di persone in tutto il mondo. La tiroide, un organo a forma di farfalla situato alla base del collo, svolge un ruolo cruciale nel regolare il produzione di ormoni che influenzano il metabolismo, la crescita, lo sviluppo e il funzionamento di organi vitali, quindi, incide profondamente sul benessere di ogni individuo. Tuttavia, nonostante l’importanza qui rimarcata, spesso le patologie tiroidee sono sottovalutate o ignorate, e questo può portare a diagnosi tardive, complicanze e ripercussioni sulla qualità della vita.

Andrea Frasoldati, Presidente AME, definisce la Giornata Mondiale della Tiroide “un’occasione preziosa che ci aiuta a diffondere una cultura della prevenzione e della diagnosi precoce”. Quest’anno, il focus della campagna si concentra sull’intelligenza artificiale (AI) approdata nel settore sanitario solo negli ultimi vent’anni, e che sta rivoluzionando il modo di diagnosticare, trattare e monitorare le malattie tiroidee. La scelta del tema di questo appuntamento intende testimoniare l’impegno della comunità scientifica nel coniugare innovazione tecnologica e sensibilità umana. L’intelligenza artificiale rappresenta una delle più grandi rivoluzioni della medicina moderna. Dall’approvazione del primo strumento diagnostico basato sull’AI da parte della Food and Drug Administration (FDA) statunitense nel 2017, questa tecnologia ha conosciuto uno sviluppo esponenziale, trovando applicazioni concrete in molte aree, tra le quali appunto annoveriamo la clinica applicata alle patologie tiroidee.

Uno dei campi in cui l’AI sta offrendo risultati promettenti è quello della diagnosi dei noduli tiroidei. Questi sono tra le patologie endocrine più diffuse, con una prevalenza stimata tra il 30 e il 50% nella popolazione generale. La maggior parte di questi noduli sono benigni, ma la difficoltà risiede nel distinguere quelli potenzialmente maligni, che richiedono un intervento più approfondito. Tradizionalmente, l’ecografia rappresenta il primo strumento di indagine, ma la sua interpretazione può variare significativamente in base all’esperienza del radiologo. Per questa ragione, l’applicazione dell’AI si sta rivelando un alleato prezioso: studi recenti indicano che gli algoritmi di intelligenza artificiale possono raggiungere livelli di accuratezza fino al 98%, riducendo drasticamente il numero di biopsie inutili e migliorando la precisione diagnostica. Un esempio concreto di applicazione dell’AI è rappresentato dalle tecnologie che analizzano insieme dati ecografici, molecolari e citologici, contribuendo a chiarire i casi “indeterminati”. Questi strumenti permettono di definire con maggiore sicurezza la natura dei noduli, evitando interventi invasivi o, al contrario, garantendo trattamenti tempestivi per le neoplasie maligne. In questa prospettiva, l’AI non sostituisce il medico, ma lo supporta, fornendo diagnosi più rapide e affidabili.

Per quanto riguarda le neoplasie tiroidee, l’AI ha già delineato interessanti prospettive di gestione personalizzata della cura. Algoritmi avanzati sono in grado di prevedere la probabilità di metastasi linfonodali o a distanza, stimare il rischio di recidiva e indicare le opzioni terapeutiche più efficaci. In alcuni studi di fase sperimentale, tali sistemi hanno raggiunto un livello di precisione superiore al 95%, superiore alle metodologie tradizionali. Tuttavia, prima di una diffusione su larga scala, è fondamentale completare le validazioni e normare l’utilizzo di queste tecnologie, garantendo sicurezza, etica e tutela dei diritti. Un altro aspetto cruciale riguarda l’informazione e l’autonomia dei pazienti. La rete, infatti, è diventata un luogo di consultazione e di confronto sempre più frequentato: molte persone si rivolgono a modelli di AI per avere risposte immediate e affidabili sui propri disturbi tiroidei. Andrea Frasoldati sottolinea: “Se da un lato l’AI può contribuire a diffondere una corretta informazione, dall’altro bisogna essere attenti a salvaguardare il ruolo insostituibile del medico. La tecnologia deve essere uno strumento di supporto, non potrà mai soppiantare l’esercizio della nostra professione”. Per accompagnare questa rivoluzione digitale, l’Associazione Medici Endocrinologi ha avviato percorsi formativi rivolti ai giovani endocrinologi, con l’obiettivo di implementare le nuove tecnologie e promuovere una collaborazione multidisciplinare con data scientist e bioingegneri. Solo attraverso formazione, responsabilità e regolamentazione si può garantire che l’AI venga utilizzata nel rispetto dei principi etici e della tutela del paziente.

Le principali patologie che coinvolgono la tiroide sono l’ipotiroidismo, l’ipertiroidismo e i noduli tiroidei, tra cui i tumori. Ognuna di queste ha caratteristiche peculiari, e tutte comportano un forte impatto sulla salute pubblica.

L’ipotiroidismo, caratterizzato da una ridotta produzione di ormoni tiroidei, colpisce circa il 4-5% della popolazione italiana, con stime più recenti che indicano una prevalenza fino al 9% considerando anche i casi subclinici. Questa condizione può essere silente, ma se non diagnosticata e trattata adeguatamente può portare a complicanze serie, tra cui problemi cardiovascolari, alterazioni cognitive e alterazioni metaboliche. La diagnosi precoce, supportata anche da strumenti innovativi come l’AI, può migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti.

L’ipertiroidismo, causato da un’eccessiva attività della tiroide, presenta una prevalenza più contenuta (circa l’1,3%), ma colpisce soprattutto le donne, con un’incidenza annuale di circa 30.000 nuovi casi in Italia. Questa patologia può manifestarsi con sintomi come tachicardia, perdita di peso, ansia e insonnia, ed è spesso associata a condizioni autoimmuni, come la malattia di Graves. La gestione di questa condizione può beneficiare di tecnologie innovative che aiutano a monitorare l’efficacia delle terapie e a personalizzare le cure.

I noduli tiroidei sono molto comuni e nella maggior parte dei casi benigni, ma la loro presenza richiede un’attenta sorveglianza, anche grazie alle nuove tecnologie di imaging basate sull’AI. La diagnosi precoce dei tumori tiroidei è fondamentale, poiché, se trattati tempestivamente, la prognosi è ottima: la sopravvivenza a 10 anni supera il 95%. Tuttavia, la sfida rimane nel distinguere i noduli maligni da quelli benigni, problema che l’intelligenza artificiale può contribuire a risolvere con strumenti di diagnosi più precisi e meno invasivi.

L’AI in medicina è in grado di simulare l’intelligenza umana, apprendendo dai dati e riconoscendo schemi complessi. Tra le sue principali applicazioni ci sono: Machine Learning (ML): l’intelligenza artificiale impara dai dati clinici per formulare previsioni. Deep Learning (DL): utilizza reti neurali, ispirate al cervello umano, per identificare autonomamente le caratteristiche utili nei dati clinici. Natural Language Processing (NLP): consente all’intelligenza artificiale di analizzare i testi delle cartelle cliniche.

Il futuro della diagnostica tiroidea si prospetta ricco di opportunità, ma si rende necessario definire una nuova etica, e un’adeguata formazione dei professionisti. La Giornata Mondiale della Tiroide ci invita a riflettere non solo sul peso delle patologie, ma anche sui concetti di responsabilità e trasparenza che devono guidare il progresso scientifico. Gli appuntamenti della settimana che abbiamo davanti intendono rafforzare la consapevolezza sulla salute della tiroide, promuovere la ricerca, e rafforzare il dialogo tra medici e pazienti attraverso un percorso condiviso.

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