Nonostante una riduzione negli ultimi anni, il consumo di sale in Italia rimane superiore ai 5 grammi giornalieri raccomandati
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia di non superare i 5 grammi di sale al giorno, pari a circa un cucchiaino, circa 2 grammi di sodio. Tuttavia, l’eccessivo consumo di sale continua a essere un problema globale, con circa 1,89 milioni di decessi annui attribuibili a questo fattore.
In Italia, nonostante il calo registrato negli ultimi anni, il consumo di sale rimane al di sopra delle raccomandazioni dell’OMS. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in occasione della Giornata Mondiale del Cuore del 29 settembre, promossa dalla World Heart Federation in collaborazione con l’OMS, ha diffuso dati aggiornati al riguardo. Le indagini del Progetto Cuore, un’iniziativa dell’ISS che monitora i fattori di rischio cardiovascolare in Italia, mostrano che, tra gli italiani di età compresa tra i 35 e i 74 anni, l’assunzione media giornaliera di sale è diminuita da 10,8 g a 9,5 g negli uomini e da 8,3 g a 7,2 g nelle donne tra il 2008-2012 e il 2018-2019.
Questa riduzione corrisponde a un calo del 12% per gli uomini e del 13% per le donne, osservato in tutte le fasce d’età e indipendentemente dal livello di istruzione o dalla condizione fisica, sia che si tratti di persone normopeso, in sovrappeso o con obesità.
Le stime preliminari per il periodo 2023-2024 indicano che il consumo di sale nella popolazione italiana è rimasto pressoché invariato rispetto al 2018-2019, sia tra gli uomini che tra le donne. Secondo i dati del sistema di sorveglianza PASSI, che monitora lo stile di vita e i fattori di rischio per la salute della popolazione adulta, nel biennio 2022-2023 oltre la metà degli italiani (56%) ha cercato di ridurre l’uso di sale, sia a tavola che durante la preparazione dei pasti.
Le donne risultano più attente degli uomini su questo fronte: il 60% delle donne contro il 51% degli uomini. La consapevolezza sull’importanza di ridurre il sale aumenta con l’età: il 64% delle persone tra i 50 e i 69 anni limita il consumo di sale, rispetto al 43% dei giovani tra i 18 e i 34 anni.
Anche il background culturale ha un impatto sulle abitudini: il 56% degli italiani monitora il consumo di sale, rispetto al 49% delle persone straniere residenti in Italia. Inoltre, chi ha un livello di istruzione più alto dimostra una maggiore attenzione all’uso del sale. A livello geografico, i residenti del Nord Italia sono più attenti (60%) rispetto a quelli del Sud (51%).
Monitorare il consumo di sale è importante. Anche semplici scelte alimentari possono contribuire a ridurre i rischi associati all’eccesso di sodio, migliorando la salute generale.
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