Indagine mette in luce il bisogno di informazione e azioni concrete per combattere l’HIV.
L’HIV continua a rappresentare una delle principali sfide sanitarie in Italia, ma purtroppo è ancora oggetto di disinformazione. Nonostante i progressi nella terapia e nella prevenzione molte persone, ancora oggi, credono erroneamente che il virus si trasmetta attraverso baci appassionati, bagni pubblici, o addirittura punture di zanzara. Queste convinzioni errate dimostrano l’urgenza di nuovi sforzi educativi per diffondere informazioni corrette sui modi di trasmissione e sulle misure preventive disponibili.
Un’indagine condotta da AstraRicerche per conto di Gilead Sciences ha messo in luce la scarsa conoscenza del virus. Il 57,3% degli italiani si considera ben informato sull’HIV, ma solo il 10,6% ha una conoscenza approfondita. Ciò che emerge chiaramente è un gap tra la percezione di essere informati e la realtà della conoscenza scientifica. In effetti, solo il 29,3% di coloro che dichiarano di essere informati sulla malattia si sottopone regolarmente al test HIV, un dato che evidenzia la necessità di sensibilizzare maggiormente sulla prevenzione e sull’importanza della diagnosi precoce.
Libro Bianco ‘HIV. Le parole per tornare a parlarne’
Secondo le fonti citate nel recente Libro Bianco ‘HIV. Le parole per tornare a parlarne’, presentato a Roma, vi sono ancora oltre 10.000 persone sieropositive in Italia che non sono consapevoli della loro condizione. Andrea Antinori, direttore del Dipartimento Clinico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, ha sottolineato come la riduzione della diffusione del virus dipenda dalla promozione di un’efficace educazione sulla percezione del rischio. È essenziale favorire l’utilizzo di strumenti preventivi, come il test dell’HIV, il profilattico, e la PrEP (profilassi pre-esposizione).
Inoltre, una maggiore attenzione deve essere dedicata al rafforzamento e al sostegno pubblico per i “checkpoint”, le strutture territoriali specializzate nella prevenzione e nel supporto delle persone a rischio. Questi centri, che offrono un approccio accessibile e discreto, svolgono un ruolo cruciale nell’ampliare la portata delle azioni preventive.
Stigma e disinformazione: una battaglia ancora aperta
Lo stigma legato all’HIV è un altro ostacolo fondamentale nella lotta contro il virus. Ancora oggi, molte persone non sono consapevoli che una persona con HIV, che segue una terapia efficace e ha una carica virale non rilevabile, non può trasmettere il virus. Questo principio scientifico, noto come U=U (Undetectable = Untransmittable), è riconosciuto solo dal 22,9% della popolazione italiana. Secondo Davide Moschese, dirigente medico presso l’Ospedale Luigi Sacco di Milano, la diffusione di conoscenze scientifiche come U=U è essenziale per combattere i pregiudizi e migliorare la qualità della vita delle persone sieropositive.
Checkpoint: una risorsa sottovalutata e poco conosciuta
I checkpoint sono una risorsa fondamentale nella prevenzione dell’HIV, ma purtroppo il 56,5% degli italiani non conosce la loro esistenza. Questi centri, gestiti dalla comunità per la comunità, offrono non solo test diagnostici ma anche consulenze sulla PrEP, il supporto psicologico, e una guida generale sulla salute sessuale. Daniele Calzavara, coordinatore di Milano Check Point, ha evidenziato come questi centri siano strutturati per offrire un approccio orizzontale, che non stigmatizza e si concentra sulla salute e il benessere complessivo dell’individuo. Non si tratta solo di prevenire le infezioni, ma anche di promuovere una sessualità consapevole e libera da pregiudizi.
Un approccio multidisciplinare
I progressi terapeutici nell’ambito dell’HIV hanno reso possibile per molte persone con il virus di vivere una vita lunga e sana, paragonabile a quella della popolazione generale. Tuttavia, la qualità della vita delle persone sieropositive dipende anche dall’approccio sociale e psicologico. Anna Maria Cattelan, direttrice dell’UOC Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera di Padova, ha sottolineato in un incontro pubblico l’importanza di un approccio multidisciplinare che coinvolga non solo medici e infermieri, ma anche psicologi, assistenti sociali e altre figure professionali. È solo grazie a un intervento completo e coordinato che si può affrontare al meglio le difficoltà quotidiane delle persone con HIV e supportarle nella gestione della loro condizione.
Sensibilizzazione e dibattito pubblico
Per fare un passo in avanti nella lotta contro l’HIV, è essenziale continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare il dibattito su temi cruciali legati alla prevenzione, alla cura e alla convivenza con il virus. In questo contesto, iniziative come “HIV. Ne parliamo?”, promossa da Gilead Sciences con il patrocinio di diverse associazioni, sono fondamentali per riportare l’HIV al centro del dibattito pubblico. La campagna mira a sensibilizzare e informare utilizzando un linguaggio chiaro, accessibile e senza tabù, per combattere la disinformazione e promuovere una maggiore consapevolezza sulla prevenzione e la gestione dell’HIV.