I giovani medici lamentano incertezze e precarietà. Lo hanno scritto in una lettera indirizzata al ministro dell’Università, Gaetano Manfredi.
La nuova generazione di camici bianchi chiede che i professionisti della salute siano ascoltati e valorizzati per quello che sono, ovvero una risorsa di cui il Servizio sanitario nazionale ha estremo bisogno.
“Siamo arrabbiati per questo sistema che alimenta incertezze e precarietà”, hanno scritto i promotori della lettera di protesta. “Non vogliamo essere chiamati eroi e finire in pasto al politico di turno, siamo parte integrante di una nazione che ha sofferto e probabilmente soffrirà ancora in autunno con l’ondata di ritorno di Sars Cov-2 prevista dall’Organizzazione mondiale della sanità.
La lettera e firmata da svariate sigle di settore: Admi (Associazione Diritti Medici Italiani); Aisas (Associazione Italiana Specializzandi/Specialisti Area Sanità); Als (Associazione Liberi Specializzandi); Anaao Giovani; Asi (Associazione Salviamo Ippocrate) – dipartimento Medico; Gmas (Giovani Medici Anti-Sfruttamento); Gmi (Giovani Medici per l’Italia); Primavera degli Studenti; Siamo Futuro; Vento di Cambiamento; Fenix e Udu (Unione degli Universitari).
Sul tema dell’avviamento alla professione dei sanitari laureati in medicina e chirurgia è intervenuto anche il vertice della Fnomceo, la Federazione degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, con il presidente Filippo Anelli che auspica un provvedimento per cui a ogni laurea in medicina corrisponda uno sbocco professionale qualificato.
“Occorre risolvere in via strutturale il problema del cosiddetto imbuto formativo – ha scritto il presidente Fnomceo – affinché per ciascun laureato in medicina corrisponda un percorso formativo post laurea, nell’ottica di assicurare ai cittadini un’assistenza di qualità e immettere nel sistema un congruo numero di specialisti e di medici di medicina generale”. L’imbuto comporta la permanenza di tanti giovani medici in situazioni di precariato.
La riforma metterebbe in parallelo gli ingressi a medicina con i percorsi formativi, in modo che a ogni laurea corrisponda una borsa di specializzazione o un equivalente percorso avviato come medico di famiglia.
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