In Campania nasce il Centro Regionale di Coordinamento per i Tumori Rari. Per saperne di più abbiamo intervistato Maria Rosaria Romano, responsabile Assistenza Ospedaliera Regione Campania e a Sabino de Placido Direttore Dipartimento Onco-Ematologia della Federico II di Napoli.
Maria Rosaria Romano
Come sta vivendo la Campania questo periodo di Covid in relazione alla cura dei tumori?
Noi abbiamo bloccato solo le visite programmate così come gli interventi programmati, ma già da diverso La Regione durante la pandemia ha bloccato solo le visite e gli interventi programmati non urgenti, senza bloccare le prestazioni relative alla sfera oncologica. Nella fase II sono state riattivate tutte le tipologie di prestazioni raccomandando, ovviamente, alle singole Aziende di creare percorsi idonei alla tutela dei pazienti e degli operatori, ricorrendo, laddove necessario, anche al teleconsulto e/o alla telemedicina. Con le prestazioni oncologiche non abbiamo avuto grossi problemi, anzi si sono verificate delle situazioni in cui alcuni pazienti, in cura fuori regione, ci hanno chiesto aiuto e li abbiamo affidati ai nostri centri che, in alcuni caso, hanno provveduto anche alla terapia domiciliare. I pazienti oncologici, così come quelli affetti da patologie rare, non sono mai stati abbandonati e sono stati supportati durante tutto il periodo della pandemia anche con misure regionali specifiche. È stato un processo dinamico in quanto è stata fatta una continua valutazione del rischio beneficio al fine di erogare le prestazioni non procastinabili.
Ci racconti del Centro regionale di coordinamento dei tumori rari
Il Centro Regionale di Coordinamento dei Tumori Rari, è stato istituito con Decreto regionale e di seguito con decreto dirigenziale sono state fatte le nomine . Il Direttore del CRCTR, allocato presso la Università Federico II, è il Professor Sabino De Placido. Nei giorni scorsi sono stati descritti il ruolo, l’organizzazione e la mission di questo centro di coordinamento e qual è il ruolo nella rete oncologica, così come il ruolo nell’ambito della rete europea EURACAN. Fondamentale sarà il ruolo dei registri tumori per le neoplasie rare.
Sabino de Placido
Cosa può dirci del Centro Regionale di Coordinamento per i Tumori Rari?
Da circa 15 anni l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II si dedica alla cura dei pazienti affetti da tumori rari, avendo creato un team multidisciplinare di specialisti dedicati a tali patologie sia in ambito scientifico che assistenziale.
Tale gruppo multisciplinare ha maturato esperienza nel campo dei tumori rari, che ha consentito il suo accreditamento in Europa con un endorsement del Ministero della Salute a cui è seguito il riconoscimento di “Full Member” da parte della Rete Europea ERN (European Reference Network) – EURACAN (European Reference Network on Rare Adult Solid Cancers). Il riconoscimento è esteso a 4 dei 10 domini di patologia dell’EURACAN: tumori rari toracici, tumori rari urogenitali, tumori neuroendocrini e tumori endocrini.
La rarità e complessità di queste neoplasie rende necessario implementare percorsi diagnostico-terapeutici (PDTA) nell’ambito di un network su base nazionale. Con queste finalità, il Ministero della Salute ha istituito un’unica Rete Nazionale per i Tumori Rari, e non singole Reti Regionali. Questa rete nazionale ha tre filoni: i tumori rari dell’adulto, i tumori ematologici e i tumori pediatrici.
In questo contesto, su iniziativa della Regione Campania, ed in linea con le indicazioni ministeriali, è stato istituito il Centro Regionale di Coordinamento per Tumori Rari con funzione anche di “nodo” tra la Rete Oncologica Campana (Roc) e la Rete Nazionale dei Tumori Rari.
Quali sono i progetti futuri che avete in atto?
Abbiamo molti progetti per il futuro ed alcuni già avviati. Innanzitutto, per conto del Ministero della Salute, sono già stati individuati i Centri Oncologici Campani che coopereranno a tutte le attività a supporto dei pazienti affetti da tumori rari. Ci impegneremo in tutte le attività necessarie ad assicurare la migliore assistenza a questi pazienti. Tra le prime azioni che attueremo, ci sarà inoltre l’implementazione di tutti i PDTA per i tumori rari. Questo permetterà di avere percorsi preferenziali e distinti per ciascuna neoplasia rara.
La principale innovazione sarà l’implementazione di “teleconsulti”, a livello nazionale ed europeo, per i casi più rari e complessi.
In conclusione, il Centro Regionale di Coordinamento per i Tumori Rari sarà un nodo tra il livello territoriale locale, quello nazionale ed infine il network europeo.