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In Sicilia 380mila persone soffrono di dolore cronico non oncologico, ma troppo pochi i cittadini che consultano il medico prima di assumere farmaci

Dolore cronico non oncologico: fari puntati sull’appropriatezza prescrittiva e la corretta informazione al paziente

Nella cura di cefalee, dolori spinali, fibromialgie, risentimenti articolari e midollari, nevriti post erpetiche e tante altre afflizioni c’è il rischio di un uso eccessivo e improprio dei Fans (Farmaci antinfiammatori non steroidei) a scapito di altri principi attivi come il paracetamolo, meglio tollerati, dispensati non a carico del Servizio sanitario nazionale ma scartati anche sulla base di false convinzioni del paziente che spesso ricorre all’autoprescrizione e all’autocura

Per accendere i fari su questo nodo che incide sulla spesa sanitaria e sui rischi clinici del paziente si sono riuniti a Palermo, in un evento organizzato da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Angelini Pharma, medici di medicina generale, farmacologi, farmacisti, specialisti ed esperti di sanità pubblica. Obiettivo: mettere a fuoco soluzioni organizzative. Obiettivo, sciogliere un nodo che comporta sprechi di risorse e gravi effetti collaterali nell’assunzione inapprorpiata di farmaci.

“L’uso dei Fans – esploso durante la pandemia, conserva un andamento preoccupante – ha sottolineato Anna Maria Minucucci della direzione scientifica di Motore Sanità -, i Fans dunque, nel trattamento del dolore cronico lieve e moderato, andrebbero limitati ai soli casi indicati dall’Aifa (nota 66) mentre andrebbero percorse le altre azioni terapeutiche possibili con paracetamolo in prima battuta, molto efficace nel dolore neuropatico, associato o meno ai Fans e agli oppioidi, negli altri casi”.

Nella Regione Sicilia circa 380 mila cittadini soffrono di dolore cronico, molti di essi però non si rivolgono al SSR in cerca di cure ma ricorre all’automedicazione. Questa pratica però può essere gravemente dannosa per la salute.  “Il dolore cronico, anche quando lieve o moderato, è una patologia seria che richiede un approccio terapeutico professionale – ha sottolineato Maurizio Pastorello, Direttore dipartimento del Farmaco ASP Palermo -; va chiarito ai cittadini che se non si passa dal medico ma ci si autoprescrive i farmaci, l’appropriatezza è quasi impossibile”.  

In Sicilia, la gestione del dolore cronico presenta diverse criticità. La regione registra un consumo elevato di Fans (Farmaci antinfiammatori non steroidei), ben oltre la media nazionale come avviene anche in altre regioni del Mezzogiorno. L’abuso di Fans può portare a gravi effetti collaterali. Necessaria dunque una corretta informazione e sensibilizzazione sia dei medici che della popolazione. Il problema dell’uso appropriato dei farmaci però non riguarda solo l’automedicazione: “Spesso i medici non conoscono quali farmaci assumono i pazienti prescritti dagli specialisti e poi distribuiti tramite altri canali di distribuzione – prosegue Pastorello -. Altro aspetto è l’acquisto diretto, l’itegrazione con integratori e altri aspetti clinici che sfuggono alla gestione del medico di medicina generale”.

Mario Bilardo, presidente Ordine dei Farmacisti di Palermo ha poi spiegato: “Noi farmacisti, grazie alla nostra capillarità sul territorio abbiamo un punto di osservazione unico sulla cittadinanza. In Sicilia sirca 380mila cittadini soffrono di dolore cronico, ma dalla mia esperienza posso dire che sicuramente molti non sono stati diagnosticati”.

Di tutte le criticità riguardanti la presa in carico dei pazienti e della corretta informazione fanno fatica a farsene carico i medici di medicina generale da soli, visto che come affermato da Luigi Tramonte, Segretario regionale FIMMG Sicilia che “nella nostra regione ci sono 4.248 medici di medicina generale e 1.852 medici di continuità assistenziale, a fronte però di una popolazione per il 22,3% over 65 con poche Aft attive realmente».

Dito puntato sull’approccio integrato e multidisciplinare, con un’attenzione particolare alla corretta informazione e formazione dei medici e alla sensibilizzazione della popolazione. Solo attraverso un coordinamento efficace tra tutti gli attori coinvolti sarà possibile migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da dolore cronico e ridurre i costi economici e sociali legati a questa condizione.

L’automedicazione, pratica fin troppo diffusa in Sicilia ed in generale nel Meridione d’Italia, è troppo spesso preferita all’intervento professionale dei medici della medicina generale, ma il “dottor Google” o i consigli di amici e familiari non possono e non devono sostituire il consiglio di un professionista della Salute.

Ad aprire i lavori dell’appuntamento palermitano di Motore Sanità è intervenuto Pasquale Cananzi, Direttore farmaceutica Regione Siciliana che ha sollecitato la creazione di un fronte comune tra medici, istituzioni e pazienti per tirare il freno al fenomeno dell’automedicazione.  All’appello delle istituzioni ha risposto immediatamente Salvatore Amato, Presidente Ordine dei Medici Palermo, che non solo si è dimostrato pienamente concorde ma ha anche sottolineato “l’esigenza della formazione non solo tra i medici ma anche, con campagne mirate per i cittadini”.

Da sottolineare l’intervento di Amelia Filippelli, Direttore della Scuola di Specializzazione in Farmacologia e Tossicologia Clinica, Università di Salerno, che ha ricordato come “Il costante invecchiamento della popolazione determina un aumento dell’incidenza del dolore cronico. Una patologia seria che impatta sulla qualità e prospettiva di vita di tanti anziani con una particllare attenzione anche alla medicina di genere per la prevalenza del doore cronico nelle donne. Il migliore modo per affrontare questa patologia resta la cura farmacologica, strumento chiave nella gestione. Un’appropriata prescrizione di farmaci antidolorifici ottimizza l’efficacia terapeutica e minimizza gli effetti collaterali, gastrointestinali, renali e cardiovascolari. Oltre a medici e specialisti centrale anche il ruolo delle reti antidolore sempre più orientate al trattamento non solo di quello oncologico ma anche di quello che accompagna le più comuni patologie della età anziana ma anche di fasce produttive e più giovanili della popolazione”.

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