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Infezioni a trasmissione sessuale, screening e profilassi

Si assiste a un ritorno di fiamma delle infezioni sessualmente trasmissibili (IST) in Italia. Con un ritmo di contagi che si mantiene elevato, e una scarsa consapevolezza tra i giovani, anche per quanto riguarda epatite virale e HIV, è essenziale un cambio di passo nella gestione e nella comunicazione di queste problematiche. A questo proposito, il primo incontro della nuova stagione del ciclo “La Sanità che vorrei…”, promosso dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), ha prospettato strategie e politiche territoriali più efficaci.

Durante un incontro con gli opinion leader, tenutosi presso il Ministero della Salute, si è discusso di come la consapevolezza e l’accesso ai trattamenti siano fondamentali per contrastare l’aumento dei contagi. L’appuntamento ha visto riuniti esperti, politici e rappresentanti di associazioni, sottolineando l’importanza di un approccio multidisciplinare nella lotta contro queste malattie.

L’analisi della situazione attuale è stata presentata da due infettivologi di chiara fama, Massimo Andreoni e Claudio Mastroianni. Per primo il professor Andreoni ha evidenziato i progressi nella terapia antiretrovirale, che ha trasformato l’HIV in una condizione cronica, con una qualità di vita simile a quella della popolazione generale. Tuttavia, nonostante i miglioramenti, resta un significativo sommerso di pazienti non diagnosticati e diagnosi tardive, spesso già in fase avanzata di malattia.

Ha preso la parola, successivamente, il professor Mastroianni, con un aggiornamento sulla lotta all’epatite C, sottolineando l’efficacia dei nuovi farmaci antivirali che possono eradicare il virus in poche settimane. Tuttavia, egli ha anche avvertito che circa 200mila persone in Italia sono ignare di essere infette, e quindi non ricevono il trattamento necessario.

Nel frattempo è stato elaborato un piano nazionale strategico, presentato da Anna Caraglia, al fine di migliorare l’accesso ai test, creare reti tra centri hub e spoke, formare il personale sanitario e coinvolgere il terzo settore. La dottoressa Caraglia ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato che coinvolga anche le scuole e le comunità locali.

Durante la tavola rotonda, i rappresentanti eletti in Parlamento, come il deputato Luciano Ciocchetti e la senatrice Elena Murelli, hanno ribadito l’importanza di sostenere le iniziative di prevenzione sul territorio. L’onorevole Ciocchetti ha proposto che le case di comunità svolgano un ruolo chiave nel diffondere screening e assistenza psicologica. L’onorevole Murelli ha messo in evidenza la necessità di estendere gli screening per l’epatite C fino al 2025, richiamando la responsabilità delle regioni nel garantire l’efficacia delle misure.

La docufiction inchiesta “Sesso&Confesso” ha rivelato che nelle giovani generazioni le IST, infezioni sessualmente trasmesse, sono pressoché sconosciute. È intuitivo che, per spezzare efficacemente la catena dei contagi, è necessario affiancare ai servizi sanitari una strategia comunicativa che raggiunga i giovani e li coinvolga attivamente nella prevenzione.

Durante la sessione dedicata all’epatite C è emersa la questione degli screening e delle diagnosi. Loreta Kondili, del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità, ha sottolineato che negli ultimi anni sono stati identificati quasi 15mila pazienti, ma il ritmo attuale potrebbe non essere sufficiente per raggiungere l’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di un’Italia libera dal virus dell’HCV entro il 2030. Ivan Gardini, Presidente EpaC, ha confermato questa analisi, evidenziando anche l’importanza di affrontare le altre patologie epatiche.

Sergio Babudieri ha riferito che la prevalenza di HCV nelle carceri è in calo, anche in virtù delle iniziative di medicina penitenziaria, ma ha avvertito che è necessario continuare a monitorare la comunità dei detenuti, implementando misure di prevenzione efficaci. Vincenza Calvaruso ha richiamato l’attenzione sull’epatite Delta e sull’importanza di farmaci innovativi come il bulevirtide, che possono migliorare la qualità della vita dei pazienti.


La lotta contro l’HIV e le IST richiede un ripensamento radicale delle strategie di comunicazione. Durante una tavola rotonda dedicata, sono state evidenziate le sfide legate alla diagnosi tardiva e alla persistente stigma associato a queste malattie. Nonostante i progressi nel trattamento, Alberto Matteelli ha messo in evidenza che l’incidenza dell’HIV è tornata a crescere, con un aumento di altre IST come clamidia, gonorrea e sifilide.

Barbara Suligoi, Responsabile del Centro Operativo AIDS, ha ribadito l’importanza di una campagna informativa mirata, specialmente per i giovani, che spesso si trovano a navigare in un mare di disinformazione. Luca Bello, Presidente SIMaST, ha sottolineato come i medici di famiglia possano svolgere un ruolo chiave nel processo di screening e prevenzione, fungendo da punto di riferimento per la comunità.

Le città possono fare la differenza nelle iniziative sulle malattie infettive. Elena Carnevali, sindaco di Bergamo, ha condiviso l’esperienza della sua città come Fast Track City, una +iniziativa che mira a potenziare i servizi di informazione e prevenzione. Roma, invece, sta avviando il processo per unirsi a questa rete, sottolineando l’importanza di una strategia coesa e coordinata.

L’importanza di comunicare in modo efficace le nuove terapie e le opzioni preventive è stata ribadita da Massimo Farinella, Responsabile Salute del Circolo Mario Mieli. La richiesta di accesso alla PrEP e alla somministrazione long-acting rappresenta un passo fondamentale per garantire che le popolazioni vulnerabili possano accedere a cure adeguate.

La lotta contro le malattie infettive e le infezioni sessualmente trasmesse richiede, in buona sostanza, un impegno collettivo e una strategia integrata. Attraverso un approccio inclusivo e consapevole possiamo sperare di raggiungere l’ambizioso obiettivo di un’Italia libera da infezioni come l’HCV entro il 2030 garantendo a tutti i cittadini il diritto a una salute migliore.

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