L’epidemiologia tradizionale oggi mostra i suoi limiti: se in passato è stata molto efficace sui grandi rischi (amianto e mesotelioma, fumo e cancro polmonare, ipertensione e infarto), nel caso dei rischi ambientali non è più adatta. Oggi bisogna costruire dei data base ambientali linkati con quelli sulla salute, quindi analizzare insieme i dati sull’inquinamento con quelli delle conseguenze sulla salute per costruire così l’epidemiologia del futuro che potrà essere utile per la prevenzione.
Gli altri passi da fare sono illustrati da Maria Triassi, professore ordinario di igiene e medicina preventiva dell’università Federico II di Napoli.
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