Come affrontare la solitudine e le malattie della terza età attraverso relazioni sociali e non solo
La terza età può portare con sé nuove sfide tra cui la solitudine, che si rivela essere uno dei principali nemici per il benessere degli anziani. Secondo gli ultimi dati Istat, la speranza di vita in Italia è salita a 83,1 anni, con la Liguria in testa come regione più longeva. Tuttavia, non è solo la durata della vita che conta, ma anche la qualità. Le ricerche hanno dimostrato che gli anziani che vivono in comunità godono di una memoria migliore e sono meno colpiti dalla solitudine e dalla depressione rispetto a chi vive isolato, assistito solo da una badante.
L’importanza della socialità
Per garantire un invecchiamento attivo e in salute, è fondamentale costruire e mantenere relazioni sociali. Nei piccoli centri, dove la vita comunitaria è più vivace, la qualità di vita degli anziani è spesso superiore rispetto a quella dei loro coetanei che vivono nelle grandi città. La vita sociale, infatti, gioca un ruolo determinante nel benessere psicofisico. Un esempio virtuoso è l’Istituto San Michele di Roma, dove si sta svolgendo la “Settimana della Prevenzione”, un’iniziativa dedicata alla salute degli anziani. Durante questi giorni, specialisti come psicologi, andrologi, ginecologi e avvocati sono a disposizione per discutere di strategie per promuovere un invecchiamento sano.
Il ruolo del contatto umano
Il contatto umano è essenziale per il nostro benessere. “L’uomo è un animale sociale”, spiega Giovanni Libanori, presidente dell’Istituto San Michele, “senza interazioni sociali, i neuroni del cervello rallentano la loro attività”. È proprio per questo motivo che gli anni della pandemia hanno avuto un impatto devastante
sugli anziani: il distanziamento sociale e l’assenza di contatti hanno aggravato il senso di isolamento. L’Istituto San Michele ha sviluppato numerosi progetti per incoraggiare la socializzazione, come laboratori creativi, passeggiate in gruppo e corsi di ginnastica.
Come prevenire le malattie degenerative
Con l’avanzare dell’età, è fondamentale monitorare la salute cognitiva. “Ci sono diverse forme di decadimento cerebrale”, spiega il dottor Piero Petrini, esperto neurologo e psichiatra, “che vanno dalla perdita di memoria e delle funzioni cognitive all’Alzheimer”. Per individuare tempestivamente eventuali problemi, si possono eseguire test come il Mini Mental Status Exam (MMSE), che valutano vari aspetti del funzionamento cerebrale, tra cui memoria e attenzione.
I 3 consigli per una vita sana nella terza età
Mantenere relazioni sociali attive: il contatto con gli altri migliora il benessere psicologico e aiuta a vivere più a lungo. Partecipare a eventi sociali, frequentare amici e impegnarsi in attività di gruppo è fondamentale per la qualità della vita.
Tenere la mente attiva: attività come giochi di carte, cruciverba e ascoltare musica mantengono il cervello allenato. È importante coinvolgersi in attività stimolanti che favoriscano l’attività mentale e la memoria.
Bere molta acqua: l’idratazione è cruciale per mantenere il corpo in salute. Assumere vitamine essenziali, come la B, C, E e D, attraverso un’alimentazione equilibrata, aiuta a sostenere le funzioni cognitive e fisiche.
La solitudine e i social network
Nonostante i social media possano sembrare un modo per restare in contatto, gli esperti consigliano cautela. “I social possono isolare piuttosto che unire”, avverte il dottor Petrini, “e aumentano
il rischio di truffe e fake news, a cui gli anziani sono particolarmente esposti”. Mantenere contatti telefonici è un’alternativa più sicura e personale per restare vicini a familiari e amici.
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