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La filiera della Salute in Piemonte dà più lavoro dell’Automotive

I dipendenti della Sanità sono oltre 200.000, quasi 4 volte in più del settore automobilistico. Rosboch (Ires): “Fatturato di 5,2 miliardi di euro e spesa pubblica di 9,28 miliardi. Con una maggiore collaborazione tra i protagonisti il settore può crescere ancora”

Cinque miliardi e trecento milioni di euro di fatturato, con un valore aggiunto della produzione di 2,2 miliardi e immobilizzazioni per 2,4 miliardi. A cui vanno aggiunti 9,28 miliardi di euro di spesa pubblica. Basterebbero queste cifre a spiegare l’importanza della filiera della Sanità in Piemonte. Ma ce ne sono altre, tra quelle messe in fila dal presidente di Ires, Michele Rosboch, che spiegano meglio di tante parole il peso del settore salute, anche dal punto di vista economico e sociale. Sono i numeri degli addetti, oltre 200.000, che superano di quasi quattro volte i dipendenti dell’Automotive. 

La ricerca sul settore della “Life Science” è stata presentata dal presidente di Ires martedì sera all’Hotel Principi di Piemonte in apertura del convegno “La filiera della salute: una priorità per il Piemonte”. Fornendo una fotografia chiara e completa del sistema attuale e dando alcuni preziosi spunti per il futuro. 

Innovazione e Collaborazione

 La pandemia di COVID-19, ha spiegato Rosboch, ha accelerato la necessità di una maggiore collaborazione tra i vari stakeholder di un settore in cui digitalizzazione e intelligenza artificiale stanno portando nuove opportunità di innovazione, rendendo le operazioni più efficienti e aprendo nuove aree di sviluppo che dovranno necessariamente essere costruite attraverso la collaborazione tra diversi settori e attori. “La pandemia – ha sottolineato Rosboch, rivolgendosi a una platea in cui sedevano i vertici della sanità pubblica e privata del Piemonte, oltre a varie realtà del settore, tra cui Motore Sanità – ha mostrato i rischi di un’eccessiva dipendenza da singole aree operative. E i cosiddetti Studi Clinici Decentralizzati sono fioriti in risposta a ciò, come anche il reshoring di alcune attività”.

Il Contesto Europeo e Italiano

A livello europeo, l’Italia è uno dei principali protagonisti nella filiera delle Life Sciences, con una forte presenza dell’industria farmaceutica. “Che è il primo settore al mondo per investimenti in ricerca e sviluppo – ha sottolineato il presidente di Ires, seduto accanto Gian Luca Vignale, candidato alle Regionali dell’8 e 9 giugno con la Lista Civica Cirio Presidente -, l’unico in cui l’Europa mostra una specializzazione interna forte”. La posizione italiana è particolarmente significativa. “Il nostro Paese, infatti, è il primo produttore europeo e supera addirittura la Germania”.

Sfide e opportunità

Il settore della sanità si trova ad affrontare diverse sfide, tra cui l’invecchiamento della popolazione, che aumenta la domanda di servizi sanitari e comporta pressioni sulla sostenibilità finanziaria. Tuttavia, queste sfide rappresentano anche opportunità per sviluppare nuovi servizi e migliorare quelli esistenti.

Focus sul Piemonte

Il fatturato del settore sanitario in Piemonte, dove la spesa pubblica vale 9,28 miliardi di euro, è di 5,2 miliardi di euro, con immobilizzazioni pari a 2,4 miliardi di euro e un valore aggiunto della produzione di 2,2 miliardi. Nel solo settore privato, gli addetti sono 155.000, ai quali si aggiungono i 56.500 del settore pubblico, mostrando una chiara centralità della filiera nella regione. Dove i lavoratori dell’Automotive non vanno oltre i 56.800. Quasi quattro volte in meno.

Settori Specifici

Analizzando i settori specifici, l’industria nel campo sanitario conta 9.270 addetti e 1.783 unità locali. La fabbricazione di strumenti medici e forniture, come le lenti oftalmiche e i prodotti dentari, e di prodotti farmaceutici e medicinali, rappresenta una parte significativa del settore che mostra un fatturato in crescita, spinto anche dall’export che vale un miliardo di euro. Il commercio di articoli sanitari e farmaceutici, con 12.500 addetti e 4.004 unità locali, dimostra anch’esso una notevole rilevanza economica, con una elevata redditività e produttività, soprattutto nell’ingrosso. Altro settore fondamentale, i servizi. Gli addetti, in questo caso, sono 136.782, le unità locali 50.922. Con dinamiche di bilancio diverse tra servizi ospedalieri e di assistenza e un fatturato che, dopo il Covid, si mantiene stazionario. 

Le prospettive future

Fotografata la situazione attuale, l’analisi di Rosboch valuta le prospettive future. Che, per quanto riguarda l’industria, non possono prescindere dal consolidamento dei cluster in cui avviene il trasferimento tecnologico tra ricerca e impresa e da una contaminazione tra settori. Per quanto riguarda i servizi, la strada su cui proseguire è quella di una collaborazione tra pubblico e privato, valorizzando la “silver economy” nell’ambito di una vera e propria filiera della salute.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: La salute in Piemonte: una filiera tra nuove sfide e innovazione, Vignale: “Investire Sulla Sanita’ Per Far Crescere Il Piemonte”, Convatec: innovazione nei cateteri per migliorare la qualità della vita dei pazienti

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