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La medicina generale più vicina al malato cronico grazie ai progetti del Dm77. Proposte e azioni per gestire il dolore cronico

La medicina generale in una regione come la Toscana, che registra circa 350mila persone con dolore cronico, si sta organizzando per gestire il problema e rispondere alle necessità del malato cronico grazie ai progetti del Dm77. È quanto emerso nel corso del convegno sul dolore cronico lieve e moderato che è stato organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Angelini Pharma, il 4 luglio a Firenze

Niccolò Biancalani, segretario regionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Toscana, ha spiegato che questa regione è abbastanza allineata al resto d’italia.  

Col DM 77 si cercheranno di creare strutture integrate medici di medicina generale-specialisti per trattare la patologia cronica, per esempio day service territoriali e servizi domiciliari (UCA). Stiamo attivando nell’ambito dell’abbattimento delle liste attesa un progetto che prevede un ambulatorio per dolore cronico. Sicuramente dovremmo inserire tale argomentazione nei corsi di formazione annuali che facciamo ai medici di medicina generale, ma anche nel corso della formazione specifica in medicina generale. Insegnare e fare formazione sia per le infiltrazioni che per la gestione farmacologica del dolore. Continuare con le nostre riunioni periodiche di AFT col Dipartimento del Farmaco per capire e comprendere le giuste modalità prescrittive”.

Se secondo Elisabetta Alti, direttore del Dipartimento di medicina generale dell’Usl Toscana Centro, il ruolo delle AFT e delle case di comunità nella gestione del dolore cronico rafforzerà la rete e la condivisione dei percorsi ospedale territorio anche in campo algologico, Rino Moraglia, direttore strategico di NetMedica Italia ha rimarcato che il ruolo del medico di medicina generale è sempre più centrale nel processo di digitalizzazione sanitaria e della relazione medico-paziente. “E’ in questo ambito, infatti, che il cittadino desidera trovare risposte. I servizi digitali a supporto dei nuovi modelli organizzativi territoriali e dell’appropriatezza di cura del dolore cronico assumono, quindi, un ruolo decisivo per assicurare un rapporto fiduciario di vera prossimità digitaleOrganizzazionemonitoraggioconsapevolezza e iniziativa sono i concetti chiave intorno a cui ruota lo sviluppo della Digital Health Strategy della Medicina Generale, un progetto innovativo e concreto che ambisce a rendere appropriati gli interventi assistenziali, anche attraverso la formazione, comunicazione e diffusione della relazione digitale. Rendere tutto più facile e possibile, per garantire serenità ed efficacia a medici e pazienti”.

Il farmacista nella dispensazione del farmaco lo dice forte e chiaro: “Essere in rete con gli altri professionisti”. Secondo Andrea Giacomelli, Presidente Federfarma Regione Toscana, anche per la terapia del dolore è auspicabile una rete multidisciplinare dove ogni professionista, ognuno per le proprie competenze, contribuisca alla presa in carico del paziente. 

Il presidente Giacomelli ha inoltre spiegato che sul territorio si riscontrano situazioni diversificate per quanto riguarda l’applicazione della normativa, legate a diversi fattori, anche culturali, che fanno sì che la terapia del dolore sia spesso identificata con le cure palliative a favore di malati terminali e quindi sia limitata a questo aspetto, mentre il dolore cronico è un problema ampiamente diffuso e sottovalutato che va affrontato in tutti gli ambiti e in tutti i percorsi di cura. 

Nel dialogo con i pazienti e i loro familiari si verifica che spesso si ricorre ad un “fai da te” nella terapia del dolore, che induce ad associare ai farmaci prescritti dal medico, anche Fans ed altri dolorifici di libera vendita oltre che a integratori vari. Per contribuire a superare le criticità le farmacie sul territorio possono partecipare a campagne di informazione sul tema del dolore e delle relative terapie, partecipare a programmi di assistenza domiciliare, preparare dosaggi personalizzati, partecipare ad iniziative strutturate di dialogo e scambio di informazioni con i medici di medicina generale e gli specialisti”, ha concluso Giacomelli.

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