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“La musica è un’arte che aiuta l’elaborazione, come una carezza per l’anima”

Intervista ad Elena Bresciani, cantante lirica di fama internazionale, mezzosoprano e leading voice mentor; studia da anni le connessioni fra Arte e Spiritualità, con un occhio attento rivolto al benessere, tanto da ricoprire il ruolo di CEO del Centro di Meditazione Sonora Vibralchimie.

Elena, hai cantato come solista dal Vaticano a New York, dal Principato di Monaco a Londra, Oxford, Cambridge e al Teatro Filarmonico di Verona.  Qual è il tuo percorso di studi che ti condotto fin qui?

“Mi sono laureata in Lettere all’Università Statale di Milano, in Canto Artistico al Conservatorio Donizetti di Bergamo, in Voice Performance al Trinity College of Music di Londra e poi mi sono specializzata in Educazione alla Teatralità all’Università Cattolica di Milano e in Teologia Spirituale alla Facoltà Teologica di Milano. Infine, ho studiato Campane Tibetane con il Maestro Thonla Sonam a Milano; in seguito ho approfondito anche le Campane di Cristallo e lo Shruti Box. Come musicista sono avvantaggiata, perché da anni conosco gli effetti che le frequenze e l’armonia hanno sull’essere umano, ne parlavano già i Greci. In seguito ad un grande dolore, che ha causato una profonda ferita nella mia anima, ho approfondito questi studi per cercare equilibrio e benessere personale; questa è stata una ulteriore motivazione per la mia ricerca. Il passaggio come CEO e Mentore è – invece – meno scontato. Per anni mi sono occupata della Consapevolezza di Sé in ambito artistico-teatrale, prima come Artista (poiché se non sai chi sei, il tuo messaggio al fruitore è inutile al mondo, se non sei nel pieno della tua sovranità ed energia nulla è fascinoso per chi ti ascolta dal palco, se non sai chi sei come puoi tornare a te stesso dopo aver interpretato qualcun altro?…) e poi come mentore per le Artiste. Crescita personale, artistica, di business, velocità del cambiamento ed evoluzione quantica sono le mie aree di studio ed interesse anche come Artista ed Imprenditrice. Dopo queste esperienze, donne di settori più disparati hanno iniziato a contattarmi per percorsi 1:1 di attivazione, si può dire che mi hanno scelta come Mentore, come Coach, prima che io vedessi distintamente questa “area di genio” che mi appartiene: la capacità di vedere, scolpire e far brillare il diamante interiore delle altre donne in tutta la sua bellezza, purezza ed unicità. Oggi, sono onorata e consapevole di questo carisma e a tutte queste donne dedico questo progetto di ricerca per ritrovare benessere a 360 gradi, per rimettersi al centro del proprio mondo. Vibralchimie è bagni sonori, massaggi sonori, mastermind di mentorato e crescita personale che passano attraverso il suono, percorsi 1:1 e ci sono, persino, musiciste e operatrici olistiche che lavorano con me, per imparare ad usare il suono come “facilitatrici in sound healing”.

Hai affermato che Tutto è Vibrazione! Le vibrazioni sonore hanno una capacità rigenerativa e trasformativa. Partendo da questo assunto, quale connessione vai ricercando in questo tuo progetto di ricerca fisico-acustica sulle frequenze e sui benefici che apportano all’essere umano sul piano fisico e mentale? Inoltre, quali sono i bisogni che intercetti nelle persone? Quali strumenti usi e come agiscono con le loro frequenze in hertz?

“Dopo la pandemia sono aumentati esponenzialmente, soprattutto nella fascia d’età adolescenziale e giovanile, casi di crisi d’ansia e attacchi di panico. In musica, la frequenza si definisce come “numero di vibrazioni al minuto secondo”, ogni cosa vibra ed emette frequenze, alcune sono udibili, altre stanno sopra o sotto la soglia di udibilità. Le frequenze interagiscono con le nostre cellule, con il nostro DNA e con l’acqua presente nel nostro corpo. Ci sono medici che stanno studiando egregiamente gli effetti della musica sull’essere umano e possono spiegarvene meglio di me le connessioni medico-scientifiche. Per la cultura orientale, la musica è medicina e anche la cultura occidentale se ne sta accorgendo piano piano. Le campane tibetane sono state introdotte in alcuni reparti oncologici per una terapia integrata del paziente, una visione totale dell’essere umano è vera cura. La cura richiede farmaci e molto altro, perché siamo complessi ed una cura deve prevedere la nostra complessità di esseri umani. Rispetto la medicina tradizionale e dialogo con essa. Fra le mie clienti del centro di meditazione ci sono psicologhe e psicoterapeute, ma anche medici che stanno provando su di loro l’effetto della mia voce integrata agli strumenti orientali accordati con frequenze speciali (diapason con frequenze solfeggio, campane tibetane antiche, campane di cristallo, shruti box, in futuro lavorerò anche con il monocorda ed il gong, ma le campane sono già un mondo così complesso e permettono di usare così tante frequenze, che al momento non sento l’esigenza di introdurre altri strumenti di sound healing. Ogni campana emette almeno 2 frequenze, più gli armonici ricavabili, le campane insieme possono generare interessanti battimenti e suoni binaurali, c’è chi sostiene di saperle usare, ma conoscere l’armonia e l’effetto che ogni frequenza ha è la vera modalità di utilizzo). Infine, dal punto di vista emozionale la musica fa quello che deve, è un’arte che nasce per questo. È un’arte che aiuta l’elaborazione, come una carezza per l’anima”. 

Unisci, quindi, la meditazione al suono. Uomini, donne e bambini vivono esperienze e sensazioni diverse o simili? 

“Ciascuno vive la propria esperienza, mi piacerebbe farvi ascoltare tutte le testimonianze, fra quelle che ricevo giornalmente dai miei clienti ve ne riporto un paio:

‘Ti volevo ringraziare, perché come sempre mi offri delle opportunità meravigliose, che mi aiutano a vivere meglio. Quella di stamattina è stata una emozione forte. Grazie a te ho scoperto le campane tibetane e quella di stamattina è stata una esperienza molto toccante e mi ha lasciato una carica incredibile. (…) Un momento molto intimo, particolare, complimenti hai avuto una idea bellissima.’ – Gaia G.

‘Elena lavora nel profondo. Siate pronte a dire finalmente cose che non avevate mai detto, come sta capitando a me. Siate pronte a fare spazio come non mai. E la cosa più bella: la semplificazione che dà le priorità. È un lavoro. Ho le resistenze. Ma è bellissimo. Mi sento di aver rimesso in moto il mio cantiere. Me al centro per servire gli altri. E da fuori chi mi ama lo percepisce.’ – Lavinia D. N. P.”.

Dopo aver approfondito per anni la cultura musicale occidentale, in questo momento stai indagando, quindi, la cultura musicale orientale. In chiusura, come i due approcci possono coesistere al meglio? 

“Nella musica occidentale resto la musicista che sono sempre stata, ma la mia musica, il mio approccio ad essa, anche la performance, è cambiata. Ogni suono che emetto, contiene un amore superiore, voglio che davvero arrivi a toccare ogni cuore, a trasformarlo, a portare pace. Voglio davvero essere voce-strumento di amore e pace, l’intenzionalità è la chiave”.

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