L’antimicrobico resistenza (AMR), fenomeno galoppante e diffuso, ha assunto i contorni di una vera e propria pandemia silente che in Italia nel 2030 avrà un incremento del 19%. L’AMR rappresenta la prima causa di morte nel 2050, con 10 milioni di morti ogni anno e un impatto importante sulla società
Intervista al professore Antonio Cascio, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive presso il Policlinico di Palermo.
“La Regione Sicilia sta facendo tantissimo”, afferma Antonio Cascio, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive presso il Policlinico di Palermo, durante l’evento: ABSSSI (Acute Bacterial skin and skin structure infection). Percorsi diagnostico terapeutici e innovazioni nelle infezioni di cute e tessuti molli. “Ha raccomandato a tutte le aziende ospedaliere di istituire i team di antimicrobial stewardship. Bisogna avere certezza, tanto per cominciare, della diffusione di questi microorganismi e porre delle strategie adatte al loro controllo. Purtroppo è veramente complesso impedire che una persona ricoverata possa andare incontro a un’infezione. Una persona più anziana, inoltre, è molto più a rischio. Purtroppo è un qualcosa che ci dobbiamo aspettare e che non è così facile da combattere. Però abbiamo armi sempre migliori, antibiotici sempre più efficaci ed è importante riconoscere precocemente queste infezioni e curarle con gli antibiotici adeguati. Ed è proprio per questo che devono essere sviluppati in tutti gli ospedali i cosiddetti team di antibiotici, in cui c’è fondamentalmente il ruolo dell’infettivologo che riconosce precocemente, queste infezioni. E in oltre anche un microbiologo, che può al più presto riconoscere il nome e cognome del microbo che sta provocando quell’infezione, così da curare con gli antibiotici più efficaci. Ci vuole questa sinergia. La Regione Sicilia sta proprio portando avanti dei programmi raccomandati da tutte le aziende ospedali affinché il team di antimicrobiologia può funzionare correttamente”.
Quali sono le caratteristiche delle nuove terapie, professore?
“Ci sono antibiotici che agiscono contro i microorganismi che sono diventati resistenti e superando questa resistenza”, replica il professor Antonio Cascio. “Gli antibiotici long acting, antibiotici che possono essere dati in una singola somministrazione e svolgono i loro effetti nei giorni o addirittura nelle settimane successive. Questo è molto importante perché questo genere di antibiotici permettono una dimissione precoce del paziente ed è fondamentale perché tanto più è lunga la degenza in ospedale, tanto più è facile che una persona possa andare incontro ad infezioni nosocomiali e possono sorgere delle complicanze. Quindi l’utilizzo di questa nuova strategia è assolutamente utile a combattere la resistenza antimicrobica”.
Una pratica già in atto…
“Sì, sono antibiotici che abbiamo già a disposizione. Cerchiamo di utilizzarli in maniera opportuna”, conclude Cascio.
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