L’ictus rappresenta una sfida importante per il sistema sanitario, ma è attraverso l’adozione di provvedimenti concreti che si potrà migliorare la gestione della malattia.
Ogni anno in Italia circa 120mila persone sono colpite da ictus, una patologia che rappresenta una delle principali cause di morte e disabilità. Purtroppo, secondo i dati emersi da una survey condotta dall’Associazione italiana ictus (Isa-Aii), nel Sud Italia si trova solo il 22% delle strutture specializzate per il trattamento di questa malattia, mentre nel Nord il 52%.
Secondo i risultati della survey, nel Sud Italia sono presenti 45 Stroke Unit, contro le 55 presenti nel Centro del Paese e le 108 localizzate nel Nord. Questi dati mettono in evidenza una disomogeneità nella distribuzione dei presidi anti-ictus sul territorio italiano, creando disparità nell’accesso alle cure e limitando la possibilità di gestire tempestivamente questa grave patologia.
L’ictus rappresenta un problema non indifferente, con 40mila persone che non sopravvivono a 12 mesi dall’evento e altre 40mila che lamentano disabilità e spesso perdita di autosufficienza. Per affrontare questa emergenza European Stroke Organisation e Stroke Alliance For Europe hanno lanciato il Piano d’azione europeo per l’ictus (Stroke Action Plan for Europe), il cui obiettivo è quello di stabilire linee guida condivise in tutti i 53 Paesi europei entro il 2030.
Di fronte a questa iniziativa di portata europea, l’Isa-Associazione italiana ictus chiede al ministero di firmare la dichiarazione di intenti dello Stroke Action Plan for Europe, sottolineando l’importanza di un impegno istituzionale per migliorare la gestione dell’ictus nel nostro paese.
Danilo Toni, ex presidente dell’Isa-Aii, commenta i dati preoccupanti emersi dalla survey e mette in luce la necessità di intervenire tempestivamente: “Il numero di persone colpite ogni anno da ictus è alto e si stima un aumento del 26% nel prossimo futuro. Questo comporterebbe un significativo incremento dei costi sanitari legati alla gestione della malattia. È fondamentale concentrarsi sulla prevenzione primaria e ridurre i fattori di rischio come il fumo, il consumo eccessivo di alcool e di cibi poco salutari, oltre alla sedentarietà. Patologie come l’obesità, l’ipertensione e il diabete possono favorire l’insorgenza dell’ictus”.
È necessario garantire a tutti i pazienti una presa in carico rapida e una riabilitazione completa su tutto il territorio nazionale. Per raggiungere questo obiettivo, è indispensabile un impegno congiunto tra istituzioni e operatori sanitari.
L’ictus rappresenta una sfida importante per il sistema sanitario, ma è attraverso l’adozione di provvedimenti concreti che si potrà migliorare la gestione della malattia.