La ricerca scientifica ha fatto un passo importante nel trattamento della malattia di Alzheimer, è un nuovo farmaco, l’Aducanumab, un anticorpo monoclonale che somministrato nelle fasi precoci della malattia rallenta il declino cognitivo.
Il farmaco è stato appena approvato dalla Food And Drug Administration (Fda) per il trattamento della malattia di Alzheimer. Accade per la prima volta in quasi 20 anni.
Questo farmaco sembra poter aiutare i malati, agendo in modo specifico il contrasto al processo degenerativo della malattia di Alzheimer e non si limita ad aggredire i sintomi della demenza. Non si parla di guarigione dalla malattia, ma sicuramente di un passo avanti nella giusta direzione.
Infatti oltre agli entusiasmi, c’è anche una nota di cautela poiché sono ancora molti i quesiti ancora aperti rispetto a questo farmaco: sull’entità dell’effetto benefico, sull’identificazione dei migliori responder, sull’efficacia del farmaco in presenza di altre patologie cerebrali come succede nelle fasce di età più anziane, sui possibili effetti collaterali.
Aducanumab è il primo trattamento unico nel suo genere approvato per il morbo di Alzheimer dal 2003 ed è la prima terapia che mira alla fisiopatologia della malattia.
Sono stati coinvolti in tutto il mondo 220 centri di cui il 60% in Usa e Canada; quattordici i Centri italiani, tra i quali il Centro per le Malattie neurodegenerative e l’invecchiamento cerebrale dell’Università di Bari presso l’AO Pia Fondazione Panico, guidato dal neurologo Giancarlo Logroscino, professore ordinario dell’Università degli Studi di Bari.
Il centro, riconosciuto da Regione Puglia come centro di eccellenza di riferimento pugliese per le malattie neurodegenerative dal 2011 è un centro clinicizzato con accordo tra Uniba ed Pia Fondazione Panico nel 2011.
In Italia, insieme a tutti i paesi industrializzati, si è verificato un aumento considerevole delle malattie degenerative e in particolare di quelle che colpiscono il cervello, legato all’aumento considerevole della popolazione anziana negli ultimi decenni.
In Italia, le demenze colpiscono circa un 1 milione di persone con un’incidenza annua di circa 150-200 mila nuovi casi. Si stima che con il trend attuale tra 20-30 anni la prevalenza raddoppierà.
Allo stato attuale i farmaci a disposizione per il trattamento della demenza di Alzheimer agiscono sui sintomi (cognitivi e non) ma non sono in grado di modificare il corso della malattia, per cui resta importante il ruolo della prevenzione.
La dieta e una corretta alimentazione possono svolgere un ruolo importante nel prevenire la malattia di Alzheimer e la sua progressione.
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