Le malattie rare, spesso poco conosciute e studiate, rappresentano un complesso universo di patologie che colpiscono un numero limitato di individui nella popolazione.
Le malattie rare, spesso poco conosciute e studiate, rappresentano un complesso universo di patologie che colpiscono un numero limitato di individui nella popolazione. Tra queste, la miastenia gravis, una malattia autoimmune, costituisce un interessante campo di ricerca per il professor Gabriele Siciliano, esperto di Neurologia presso l’Università di Pisa e direttore della Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. Egli è anche un membro di spicco della Società Italiana di Neurologia (Sin).
La miastenia gravis è una condizione neurologica che colpisce la giunzione neuromuscolare, il punto in cui i nervi motori incontrano i muscoli scheletrici per trasmettere l’impulso nervoso e generare il movimento. Nella miastenia gravis, questa trasmissione dell’impulso viene interrotta a causa dell’azione di anticorpi autoimmuni che attaccano il nervo motore e ostacolano il passaggio dell’impulso al muscolo. Di conseguenza, il muscolo non riesce a contrarsi correttamente e si manifesta un’indebolimento generale dei muscoli, accompagnato da sintomi quali palpebre cadenti, visione doppia e affaticamento muscolare.
La miastenia gravis può insorgere a qualsiasi età, ma la forma più comune è la miastenia gravis generalizzata, che colpisce principalmente donne tra i 20 e i 40 anni e uomini tra i 50 e gli 80 anni. Tuttavia, i casi di questa malattia autoimmune nell’infanzia sono più rari.
Secondo il professor Siciliano, la chiave per curare la miastenia gravis è intervenire sulla patogenesi della malattia, ovvero sulle cause e i meccanismi che la sottostanno. Egli sostiene che la terapia “disease modifying”, che mira a modificare la malattia stessa, è fondamentale per ottenere ottimi risultati nella cura della miastenia gravis. La comprensione delle basi patologiche della malattia e l’utilizzo di nuovi farmaci rappresentano due punti chiave per il trattamento di questa condizione.
Grazie alle nuove tecnologie biotecniche e farmacologiche, sono stati sviluppati farmaci alternativi ai trattamenti più tradizionali, come i corticosteroidi, per la miastenia gravis. Questi nuovi farmaci si concentrano sia sul miglioramento della trasmissione dell’impulso nervoso ai muscoli, sia sul controllo del processo infiammatorio autoimmunitario alla base della malattia. Il professor Siciliano sottolinea che, nonostante alcuni di questi farmaci possano essere più costosi, hanno il vantaggio di avere effetti collaterali minori rispetto ai trattamenti precedenti.
La diagnosi precoce della miastenia gravis è essenziale per iniziare tempestivamente il trattamento e migliorare le prospettive di guarigione. Con l’ausilio di test specifici per il dosaggio degli anticorpi, oggi è possibile identificare in modo più rapido e preciso questa malattia, consentendo l’avvio tempestivo della terapia.
Affidarsi al neurologo è fondamentale per i pazienti con miastenia gravis, in quanto questa figura specializzata è in grado di gestire al meglio la complessità di questa malattia e offrire una valutazione attenta e mirata dei farmaci più adatti a ciascun paziente.
Il progetto “Proteggi il tuo cervello, affidati al neurologo,” nato dalla collaborazione tra la Sin e l’Adnkronos, ha l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sulle patologie neurologiche e sull’importanza di rivolgersi a uno specialista in neurologia quando compaiono i primi sintomi. La consapevolezza e la conoscenza delle malattie neurologiche, come la miastenia gravis, possono portare a diagnosi e cure più tempestive, offrendo una migliore qualità di vita ai pazienti colpiti da queste malattie rare e spesso complesse.
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