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Medicina di precisione, la transizione dalla cura “taglia unica” alla prevenzione personalizzata

Fondazione Heal Italia presenta ad Ancona i risultati dello Spoke 7: tre anni di ricerca per costruire strategie su misura per i pazienti a rischio

In medicina, il concetto di “precisione” sta diventando il nuovo paradigma anche in tema di prevenzione. In un’epoca in cui le malattie croniche rappresentano la principale minaccia alla salute pubblica, la possibilità di anticipare il rischio attraverso strumenti predittivi e interventi mirati non sarà solo auspicabile: sarà necessaria. E proprio su questo fronte si concentrerà il convegno nazionale “Medicina di precisione: nuove strategie di prevenzione”, che si tiene oggi ad Ancona, nella suggestiva cornice della Mole Vanvitelliana.

L’appuntamento, aperto a cittadini, ricercatori e personale sanitario, è una tappa del Roadshow Heal Italia, il tour itinerante avviato dalla Fondazione per rafforzare il partenariato scientifico e divulgare le proprie attività anche al di fuori degli ambienti accademici. Al centro dell’incontro, i risultati dello Spoke 7, uno dei nodi strategici del programma di ricerca, dedicato proprio alla prevenzione personalizzata.

“L’obiettivo sarà superare l’attuale strategia ‘taglia unica’, che ha mostrato tutti i suoi limiti”, ha anticipato il professor Gianluca Moroncini, responsabile scientifico dello Spoke 7 e direttore del Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari dell’Università Politecnica delle Marche. “Abbiamo lavorato per mettere a punto nuove strategie basate sulle caratteristiche precise di sottogruppi omogenei di pazienti a rischio, applicando il concetto di medicina di precisione anche alla prevenzione”.

Un cambio di prospettiva che implica una profonda revisione dei modelli di intervento. Non più protocolli standardizzati, ma percorsi costruiti su misura, capaci di intercettare precocemente i segnali di rischio per malattie cardiovascolari, tumorali, endocrino-metaboliche e patologie rare. Per farlo, lo Spoke 7 ha riunito un gruppo multidisciplinare sotto la supervisione congiunta dell’Università Politecnica delle Marche e dell’Istituto Superiore di Sanità, coinvolgendo anche le Università di Bologna, Catania, Foggia, Modena Reggio Emilia e Roma La Sapienza.

Il convegno vede la partecipazione di relatori di chiara fama, tra questi citiamo Marco Tomasetti (UnivPm), Andrea Santarelli (UnivPm), Lucio Lo Russo (UniFg), Laura Ottini (La Sapienza), Chiara Turchi (UnivPm), Antonio Dello Russo (Univpm), Paola Matarrese (ISS), Riccardo Polosa (UniCt), Luigi Palmieri (ISS), Chiara Donfrancesco (ISS), Antonella Agodi (UniCt), Enrico Clini (UniMoRe), Carlo Vancheri (UniCt) e lo stesso Moroncini, che sarà anche moderatore delle tre sessioni con la professoressa Luisa Minghetti dell’Istituto Superiore di Sanità.

(info www.ancona. centridimedicinadiprecisione.it)

Un ruolo di primo piano sarà attribuito alle ricerche svolte presso l’Università Politecnica delle Marche, membro attivo della Fondazione Heal Italia e coordinatore dello Spoke 7. Nel febbraio scorso, l’ateneo ha inaugurato il Centro di Medicina di Precisione – Heal Italia, un polo dedicato alla ricerca e alla traduzione clinica delle nuove conoscenze, con l’ambizione di diventare punto di riferimento nazionale.

La Fondazione, nata grazie al finanziamento del Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRR, si propone di generare innovazione scientifica e trasferirla al mondo sanitario. Un obiettivo ambizioso, che passa attraverso la costruzione di modelli predittivi, l’identificazione dei determinanti individuali di rischio e la messa a punto di interventi mirati.

Il convegno di Ancona rappresenta un momento di sintesi, ma anche un’occasione per rilanciare il dibattito su come la medicina potrà evolversi verso una maggiore personalizzazione, anche nella prevenzione. In un sistema sanitario che dovrà affrontare l’aumento delle cronicità e la crescente pressione sulle risorse, la capacità di intervenire prima che la malattia si manifesti sarà una frontiera che non potrà più essere rimandata.

La medicina di precisione, dunque, non è solo una scommessa tecnologica, è una metodologia che richiede collaborazione, multidisciplinarietà e un forte investimento culturale. E ad Ancona, questa visione prende forma.

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