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Medicina: fari sulle innovazioni a Roma la due giorni della fondazione Mesit

Medicina: fari sulle innovazioni
A Roma la due giorni della fondazione Mesit

Quali sono i progressi più importanti segnati dalla medicina negli ultimi anni?? E, soprattutto, quali quelli che portano i maggiori benefici a tutti gli strati della popolazione, anche alle fasce di cittadini fragili e dunque col maggiore impatto sociale al crocevia tra organizzazione dei servizi per la salute, nuove tecnologie e sostenibilità economica e finanziaria? Questi i temi affrontati a Roma a Palazzo Brancaccio nella nuova edizione di Health Innovation Show che si è concluso presso Spazio Field – Palazzo Brancaccio. Al centro dei lavori la medicina sociale dunque in un approccio One Health e mirato sulle novità messe a terra negli ultimi anni per garantire un sistema sanitario efficiente e orientato alle esigenze reali della popolazione.
La prospettiva della sanità nei Paesi Ocse resta quella di far incontrare le enormi innovazioni in atto con i fabbisogni e i disagi della popolazione più bisognosa. In Italia il 10 per cento dei cittadini nel 2024 ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria. La medicina fa passi da gigante ma le principali cause di morte nel mondo (cardiopatie, cancro, diabete, malattie respiratorie) sono dovute spesso a urbanizzazione, povertà, disuguaglianze, bassa scolarità, difficoltà di accesso ai servizi.
L’ evento, promosso dalla Fondazione Mesit (Medicina sociale e innovazione tecnologica) in collaborazione con Ceis-Eehta (Centre for economic and international studies: Economic evaluation and Hta, Università degli Studi di Roma Tor Vergata), Altems (Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) e il Centro di ricerca interdipartimentale “Innovazione & Salute” (Università Roma Tre), che hanno riunito esperti, istituzioni, operatori sanitari e stakeholder per un confronto sulle strategie necessarie a tutelare l’innovazione come fattore chiave per il diritto alla salute. Durante l’evento sono intervenuti tra gli altri i ministri della Salute Orazio Schillaci e dell’Università e Ricerca Anna Maria Bernini.
“Grazie all’innovazione negli ultimi 20 anni la mortalità dei cinque tipi più diffusi di tumore (mammella, pancreas, polmone, colon-retto, prostata) è calata del 28 per cento”. A sottolinearlo Marco Trabucco Aurilio, presidente della Fondazione Mesit. Da una parte L’Intelligenza artificiale, telemedicina, terapie personalizzate. Dall’altra, la crescita delle malattie più diffuse: in Italia nel 2024 il diabete è passato dal 4,8 per cento sulla popolazione nel 2009 al 6,2 nel 2023, le cardiopatie da 3,7 al 4,2, l’obesità dal 10,3 al l’11,8, tanto da poter essere definita “la nuova epidemia”. Malattie che hanno spesso un’origine sociale, dipendono dal contesto: istruzione, reddito, lavoro, relazioni.
“È un’epoca straordinaria, questa – ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci – in cui innovazioni in sanità rendono la medicina sempre più affidabile e precisa. Ma le innovazioni devono essere al servizio dell’equità, permettere l’accesso delle cure a tutti”.

Presentato nell’occasione l’aggiornamento del report “Innovation starting point: prospettive passate e future in Sanità”, realizzato dalla Fondazione Mesit in collaborazione con le università partner. Un focus che analizza appunto l’impatto delle innovazioni più significative in ambito sanitario. Contestualmente è stato presentato Health innovation space, il primo meta-museo dell’innovazione sanitaria, con un’edizione speciale dedicata alla medicina sociale. Grazie a un approccio ibrido, fisico-digitale e alla realtà virtuale, lo spazio ha offerto ai visitatori un’esperienza immersiva per conoscere la storia e il valore dell’innovazione sanitaria. Il meta-museo rimarrà accessibile online in modo permanente ed è pensato per essere un luogo di sensibilizzazione e approfondimento in particolare per i più giovani.
Fari puntati dunque sulle cronicità, sulla qualità della vita dei pazienti affetti da malattie che non guariscono, sulle risposte del Ssn alle esigenze delle persone con disabilità, sulla prevenzione dell’Hiv, le ultime scoperte della ricerca oncologica, l’assistenza alle malattie rare, la prevenzione e le vaccinazioni.
Fra i partecipanti Tommaso Miele, presidente aggiunto della Corte dei Conti, Maria Rosaria Campitello, capo dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute, Francesco Saverio Mennini, capo dipartimento della programmazione dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del servizio sanitario nazionale del ministero della Salute, Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Marcello Cattani, Presidente Farmindustria, Andrea Mandelli, presidente degli Ordini dei farmacisti, Pierluigi Russo, direttore tecnico-scientifico dell’Agenzia italiana del Farmaco, Annalisa Scopinaro, presidente della Federazione italiana delle malattie rare.

“L’innovazione sanitaria – si legge nel Report ‘Innovation Starting Point: prospettive passate e future in sanità’, realizzato da Mesit e dalle università partner – può avere un ruolo fondamentale se guidata da una governance pubblica attenta ai bisogni delle persone. Le tecnologie se ben dirette possono ridurre le disuguaglianze, se adottate in modo diseguale possono ampliarle”. “Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità – ha aggiunto Aurilio – chi nasce in un contesto favorevole può vivere 33 anni in più rispetto a chi nasce in condizioni di svantaggio”. E monsignor Emilio Nappa, segretario del governatorato del Vaticano ha aggiunto “Mi auguro che la sanità sia pensata a partire da chi ha meno, per raggiungere tutti”. Il ministro Schillaci ha ricordato che sono state ordinate e in parte consegnate 3000 nuove apparecchiature di avanguardia alle strutture sanitarie, che sono stati avviati il potenziamento della medicina territoriale e il provvedimento per sfoltire le liste d’attesa facendo riferimento agli investimenti sul Pnrr. E poi “l’investimento più importante di tutti”, sul capitale umano però escluso dai Fondi europei e che resta un nervo scoperto del governo della salute nel nostro Paese.
Nel corso del convegno i 110 i relatori hanno affrontato zone circoscritte ma impegnative della salute pubblica come quella della prevenzione dell’Hiv, che dal 2021 in Italia vede casi in aumento. Una prevenzione diffusa – si legge nel Report – può ridurre il tasso di infezione e portare a significativi risparmi.

Fra i partecipanti Tommaso Miele, Presidente aggiunto della Corte dei Conti, Maria Rosaria Campitello, Capo dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute, Francesco Saverio Mennini, Capo dipartimento della programmazione dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del servizio sanitario nazionale del ministero della Salute, Filippo Anelli, Presidente degli Ordini dei medici, Marcello Cattani, Presidente Farmindustria, Andrea Mandelli, Presidente degli Ordini dei farmacisti, Pierluigi Russo, Direttore tecnico-scientifico dell’Agenzia italiana del Farmaco, Annalisa Scopinaro, Presidente della Federazione italiana delle malattie rare.
Un cenno anche all’ecosistema della ricerca in Italia: “È giusto che i ricercatori di valore siano andati all’estero a fare esperienza ma ora l’Italia è impegnata a farli tornare a casa”. Lo ha detto la ministra per l’Università e la Ricerca Anna Maria Bernini. “I ricercatori sono come le rondini, seguono i progetti di ricerca e i finanziamenti alla ricerca”. Bernini ha ricordato il sostegno che il governo sta dando ai centri di ricerca di 5 settori fondamentali: high performance computing, agritech, mobilità sostenibile, biodiversità e terapie geniche e farmaci a tecnologia rna. Ha aggiunto che ciò di cui c’è particolarmente bisogno sono tecnology transfer officers, specializzati nel facilitare il trasferimento di conoscenze e tecnologie ai settori commerciali, tradurre le scoperte della ricerca in applicazioni pratiche a beneficio della società. Ha poi ricordato che che è attivo lo Sportello per il ritorno dei ricercatori che hanno già importanti borse di studio con un fondo di 50 milioni, che sono stati destinati 475 milioni al Fondo italiano per la Scienza. Il suo ministero sta gestendo 11 miliardi del Pnrr. “Università, ricerca e impresa devono lavorare assieme nell’interesse dei cittadini e per la crescita del Paese”.
Parlando poi di innovazione sanitaria, Bernini ha evidenziato la necessità di una gestione “olistica” della malattia, che tenga conto di tutte le possibilità di benessere per il malato: “Abbiamo già avviato un coinvolgimento nelle cure di chi si occupa di alta formazione artistica, musicale e coreutica, di design e di industrie artistiche”.
Prima della ministra è intervenuto al panel sulla ricerca clinica il presidente di Farmindustria e Amministratore delegato Sanofi Italia Marcello Cattani. Ha spiegato come la crisi del Covid abbia spinto la Cina a scalare innovazione e ricerca con investimenti straordinari, al fine di sviluppare farmaci e vaccini cinesi e incalzare gli Stati Uniti: “E l’Europa? La Commissione si sta occupando di rilanciare le spese per difesa. E la ricerca? E la salute? Qui i finanziamenti da anni sono in calo”.

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