La formazione dei giovani specialisti si configura come una delle priorità dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM). Questo non è solo un impegno formale, ma una necessità cruciale in un contesto in cui il numero di nuovi casi di tumore continua a crescere. Secondo stime recenti, negli ultimi dodici mesi si sono verificati quasi 400mila nuovi casi di cancro in Italia, un dato che richiede una risposta adeguata da parte del sistema sanitario. In questo scenario si è tenuta a Roma la tornata conclusiva degli AIOM Games, un ciclo di incontri e dibattiti pensati specificamente per le nuove leve. Attraverso un approccio interattivo, che include quiz e giochi di ruolo, questi eventi si pongono l’obiettivo di contribuire a formare i giovani specialisti non solo dal punto di vista clinico operativo, ma anche nell’ambito delle cosiddette soft skills, abilità e attitudini sempre più necessarie per affrontare le sfide del settore. L’ultimo appuntamento, a Roma, ha visto la partecipazione attiva di molti giovani professionisti provenienti da ogni parte d’Italia, e si è concluso con una conferenza stampa.
Francesco Perrone, Presidente Nazionale Aiom, ha ricordato che l’associazione è giovane, più della metà dei soci (il 53% per la precisione) ha meno di 40 anni, sottolineando l’importanza di supportare i professionisti nel percorso di formazione. D’altra parte, il contesto in cui ci si trova oggi a operare è tutt’altro che semplice. Da un lato, l’aumento della domanda di assistenza, alimentata dal crescente numero di pazienti che vivono dopo la diagnosi di cancro, pone una pressione notevole sui servizi sanitari. D’altro canto, le dotazioni del Servizio Sanitario Nazionale non crescono di pari passo, determinando una carenza di personale dedicato. Questa situazione di stress continuo può sfociare in un fenomeno preoccupante: il burnout.
Angela Toss, coordinatrice del Working Group Aiom Giovani, ha messo in evidenza l’elevato rischio di logoramento cui sono sottoposti i clinici, un dato che può scoraggiare molti neolaureati spingendoli verso specializzazioni meno stressanti. Oggi, infatti, oltre la metà del tempo dedicato a una visita ambulatoriale in oncologia è assorbito da pratiche burocratiche, un aspetto che contribuisce a esacerbare il rischio burnout, un fenomeno sempre più attuale, caratterizzato da progressivo esaurimento fisico e intellettuale, senza adeguate pause di recupero, che può portare a difficoltà di concentrazione e calo della produttività.
Come evidenziato dalla professoressa Toss, che è dirigente medico a Modena, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria, il rischio burnout è direttamente correlato all’aumento del carico amministrativo, che sottrae tempo prezioso alla relazione di cura dedicata ai pazienti. Inoltre, il rapido avanzamento delle conoscenze in oncologia richiede una formazione permanente, rendendo la professione ancora più complesse. Aiom, da sempre, promuove l’importanza della formazione continua per i giovani oncologi, sottolineando l’importanza di essere sempre aggiornati non solo sulle novità scientifiche, ma anche sugli aspetti etici e sociali della professione.
Il numero dei giovani oncologi associati a AIOM è in costante crescita e, con l’avvento dei social network, questi professionisti hanno trovato nuovi spazi di confronto. Gruppi su piattaforme come Instagram e Facebook consentono loro di scambiarsi esperienze, lavori scientifici e approfondimenti, garantendo una condivisione tempestiva delle ultime novità della ricerca e sugli aspetti organizzativi che possono migliorare la qualità dell’assistenza.
Il format degli Aiom Games, realizzati con il contributo incondizionato di AstraZeneca, prevede esercitazioni pratiche su diagnosi e terapia oncologica, simulazioni, role playing e dibattiti. I vincitori di queste competizioni avranno l’opportunità di partecipare al Congresso ESMO (European Society for Medical Oncology), che si terrà a Berlino. I temi affrontati nel corso degli incontri hanno approfondito in particolare l’attualità riguardante cancro del polmone, sarcomi, tumori ereditari della mammella, carcinomi gastrici e ginecologici, neoplasie prostatiche, epatocarcinoma e tumori delle vie biliari.
“Nel caso delle forme ereditarie di carcinoma mammario e carcinoma ovarico – ha puntualizzato Saverio Cinieri, Presidente di Fondazione AIOM – sono oggi disponibili test genetici di ultima generazione di grande precisione. In questo modo è possibile programmare strategie di prevenzione per tutte le donne portatrici di alcune mutazioni genetiche e, al tempo stesso, selezionare terapie più efficaci. Nei tumori del fegato l’immunoterapia ha prodotto evidenze scientifiche importanti nel miglioramento della sopravvivenza. Lo stesso è avvenuto nel carcinoma polmonare non a piccole cellule, dove l’immunoncologia può essere utilizzata anche in combinazione con la chemioterapia. Più in generale nuove classi di farmaci, trattamenti innovativi, terapie integrate, medicina di precisione e nuovi strumenti diagnostici sono diventati realtà nel nostro lavoro quotidiano”.
La conferenza stampa si è conclusa con un auspicio da parte del presidente Perrone, secondo il quale “i giovani oncologi devono avere un ruolo chiave in una organizzazione che guarda al futuro”, grazie alla spiccata propensione al lavoro di squadra e alla creazione di reti collaborative. In un contesto così impegnativo, il supporto da parte dei colleghi più esperti all’interno dell’associazione rappresenta un elemento prezioso per il successo e il benessere dei giovani che si affacciano alla professione.