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Parkinson, oltre il tremore. Storie vere per sfatare i luoghi comuni

In Italia, si contano almeno 300 mila persone affette da Parkinson, e ognuna di queste vive una esperienza unica, legata a una storia clinica del tutto personale. Sappiamo che il tremore nei movimenti volontari è il segno tangibile universalmente riconosciuto, ma il Parkinson si manifesta con oltre 402 sintomi diversi che si combinano in modi e con intensità differenti in ogni persona. Oltre al tremore, possono essere coinvolti l’umore, il sonno e la digestione. Tuttavia, c’è un punto fermo in comune: il desiderio di reagire, di fermare il declino.

La Confederazione Parkinson Italia, in occasione della Giornata Nazionale del Parkinson, celebrata nei giorni scorsi, ha lanciato una nuova campagna istituzionale con il supporto non condizionante di Zambon. La campagna si concentra su storie vere di reazione alla malattia, come quella di Carla, che si dedica all’arrampicata sportiva, Paolo, che ha imparato a volare con il suo simulatore, Valentina, diventata mamma, e Massimiliano, che diffonde musica e idee nuove alla radio. Queste storie dimostrano come il Parkinson sia “una malattia che è cento malattie” e ispirano i soggetti pubblicitari e lo spot sociale che andrà in onda nel 2025 con le voci di Claudio Bisio e Lella Costa.

La maggior parte delle persone interessate al problema etichetta il Parkinson come “la malattia del tremore”, una semplificazione ingannevole, luoghi comuni che la nuova campagna punta a sfatare. Giangi Milesi, Presidente della Confederazione Parkinson Italia, ha commentato: “Ancora oggi c’è molta confusione sul Parkinson. Si pensa che le sue uniche conseguenze siano i problemi di movimento e di equilibrio. False convinzioni con cui io stesso mi sono scontrato quando, dopo la diagnosi, ho sperimentato le tante e diverse manifestazioni. Da qui la scelta di dare vita a una campagna istituzionale che, grazie al racconto di storie vere di reazione, possa rivelare i tanti, diversi volti del Parkinson e sfatare i luoghi comuni che lo caratterizzano”.

Il Parkinson è la malattia neurodegenerativa a più rapida crescita, con una prevalenza raddoppiata negli ultimi 25 anni. I medici hanno identificato molteplici sintomi del Parkinson, che spaziano dalla rigidità muscolare, alla lentezza, al tremore a riposo, fino agli effetti sull’umore, sul sonno, sulla digestione, sulla pelle e sull’olfatto. Paolo Calabresi, Ordinario di Neurologia all’Università Cattolica e direttore della UOC Neurologia al Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs, afferma: “Come medici, siamo chiamati ad aiutare le persone con Parkinson a trovare la chiave giusta per affrontare al meglio la propria situazione. È molto importante che i pazienti continuino a coltivare le proprie passioni e relazioni per mantenere un atteggiamento attivo e positivo verso il futuro”.

Le testimonianze di Carla, Paolo, Valentina e Massimiliano sono immortalate nei reportage fotografici di Giovanni Diffidenti, storie che vengono narrate anche nello spot sociale con le voci di Claudio Bisio e Lella Costa, una serie che andrà in onda nel 2025. La campagna è stata sviluppata dai creativi Roberto Caselli, che convive con il Parkinson da 16 anni, ed Elisa Roncoroni. Caselli afferma: “Per portare alla luce i veri, molteplici volti del Parkinson e sfatare i falsi miti che lo accompagnano, ci siamo concentrati su storie vere di coraggio e reazione dei pazienti per mostrare la vera natura della malattia e restituirne la complessità”.

L’impatto del Parkinson sulla qualità di vita è in costante aumento, con l’indicatore della gravità globale di malattia (DALY) cresciuto dell’81% in soli 20 anni. Rossella Balsamo, Medical Affairs & Regulatory di Zambon Italia e Svizzera, dichiara: “Le malattie neurodegenerative come il Parkinson sono al centro dell’impegno di Zambon per migliorare la qualità di vita di chi è costretto a conviverci. Siamo molto orgogliosi di supportare la Confederazione Parkinson Italia in questa campagna istituzionale che, facendo chiarezza sui veri volti del Parkinson, restituisce il reale impatto della patologia”.

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