Il Pascale di Napoli primo centro in Italia per l’arruolamento del vaccino
Era lo scorso 26 gennaio quando, al Pascale, veniva somministrato al primo paziente in Italia un vaccino anticancro a rMna per la cura del melanoma. A somministrarlo il team dell’oncologo Paolo Ascierto, che ora dà il via allo studio di fase 2 randomizzato in aperto per il trattamento del carcinoma della pelle a cellule squamose. Si tratta di uno dei tumori della pelle più diffusi, che nel 5 per cento dei casi porta alla mortalità. È il tumore di chi si è esposto troppo al sole e, soprattutto, della mancata prevenzione Un tumore che, se preso in tempo, è facile da curare, se avanzato può essere molto pericoloso perché difficile da trattare. L’identikit dei 600 pazienti selezionati per la sperimentazione corrisponde a: persona anziana, per lo più uomo, con un passato di esposizione al sole molto intenso, con lesioni della cute molto gravi.
I centri in Italia e nel mondo
Se la Francia e l’Australia hanno fatto da apripista allo studio, in Italia i centri in cui verranno arruolati i pazienti, dopo il Pascale di Napoli, sono: il Giovanni Paolo II di Bari, Le Scotte di Siena, il San Martino di Genova, l’Umberto I di Roma, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo e l’Humanitas, lo IEO e l’Istituto dei tumori di Milano. “La nostra speranza è di poter dare una nuova e più efficace opzione terapeutica a quanti più pazienti possibili – dichiara Ascierto –. Il vaccino si basa sulla stessa tecnologia adottata per quelli contro il Covid, e quello per la cura del melanoma iniettato per la prima volta in Italia qui al Pascale, lo scorso gennaio. Un vaccino, cioè, che utilizza mRNA sintetici progettati per ‘istruire’ il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine, chiamati ‘neoantigeni’, che sono espressione di mutazioni genetiche avvenute nelle cellule malate. Il suo scopo non è quello di prevenire la malattia, ma di aiutare e supportare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere e ad attaccare più efficacemente il tumore. Oggi dal melanoma si va negli altri tipi di tumori e nel setting della malattia precoce. Gli studi neoadiuvanti hanno già dimostrato come l’immunoterapia sia un trattamento molto efficace e quindi è il setting di pazienti migliore da selezionare per il vaccino“.
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