Con la consulenza del Professor Andrea Militello, urologo, andrologo, endocrinologia e medicina antiaging. Docente presso l’Università Ostrava e ACS di Malta, Comitato tecnico scientifico Yamamoto
Fare prevenzione è fondamentale per prevenire l’insorgere di queste malattie, oltre a seguire uno stile di vita sano, buone abitudini alimentari e non sottovalutare mai i primi segnali, come spiega il Professor Andrea Militello, urologo, andrologo, endocrinologia e medicina antiaging.
Docente presso l’Università Ostrava e ACS di Malta, Comitato tecnico scientifico Yamamoto. “La patologia prostatica, che conta 40mila nuovi casi in Italia, è un po’ il simbolo del mese della prevenzione, non a caso il tumore alla prostata rappresenta circa il 20% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo”, precisa il professor Militello.
“Richiede quindi un approccio preventivo a partire dai 50 anni d’età per l’uomo che non ha familiarità, anticipato a 40-45 anni per l’uomo che purtroppo in famiglia ha casi di tumore alla prostata, dal momento che questa è una patologia socio genetica. La prevenzione consiste in una visita specialistica e nel dosaggio del PSA plasmatico (enzima prodotto dalla prostata che serve a far sì che il liquido seminale assuma quella caratteristica tipica di fluidità) che era indicato come un marcatore tumorale, ma che invece è un indice di salute prostatica. Al momento si ritengono normali i valori che vanno da 0 a 4.
La zona da 4 a 10 è chiamata grigia e, in questo caso, è utile indagare il rapporto fra PSA libero sul totale che permette di identificare la possibilità che ci sia un focolaio di natura tumorale”.
In caso di sospetti, lo specialista valuterà un altro tipo di esame con un alto grado di potere diagnostico non invasivo, che è la risonanza magnetica multiparametrica della prostata. Attenzione anche a tavola: sembra che i cibi eccessivamente ricchi di grassi, specialmente polinsaturi, possano predisporre più facilmente all’insorgenza della neoplasia. Obesità, ipertensione, disturbi dell’assetto lipidico e la sindrome metabolica sono altrettanto fattori di rischio.
Sicuramente un’alimentazione ipocalorica di stile mediterraneo, associata obbligatoriamente ad almeno 30 minuti al giorno di attività fisica può migliorare il metabolismo e dare meno probabilità alla neoplasia prostatica di manifestarsi. Essendo asintomatica, può non dare campanelli d’allarme: ecco perché i controlli annuali sono importanti. Uno dei segnali spesso sottovalutati a cui prestare attenzione, però, è un leggero sanguinamento nel liquido seminale (emospermia).
Per quanto riguarda le cure esistono tantissime terapie: dalla radioterapia alle terapie ormonali, all’intervento di prostatectomia locale con l’assistenza del robot in laparoscopia. Si tratta di un intervento molto preciso e rapido, se effettuato da mani esperte.
Colpiti anche i giovani
E poi c’è il tumore al testicolo che conta meno dell’1% di tutti i tumori del maschio – in Italia l’incidenza è di circa 2.200 casi all’anno – che può colpire anche tra i 20 e i 40 anni d’età. “Questa patologia si evidenzia banalmente con la semplice palpazione, da cui spesso si percepisce una zona aumentata di volume abbastanza circoscritta”, sottolinea l’andrologo. “In questo caso l’approfondimento con l’ecografia permette in tempi brevissimi di fare diagnosi o di escludere la presenza di una malformazione. Non esistono comportamenti che possono evitarne l’insorgenza, tanto è vero che questo tipo di tumore, genetico e intrinseco, colpisce spesso soggetti giovani e attivi dal punto di vista fisico. La buona notizia però è che anche questo tipo di tumore, come quello alla prostata, una volta eradicato può essere totalmente dominato, con eventuali chemioterapie successive”.
Occhio al fumo di sigaretta Il tumore della vescica, di contro, è una neoplasia statisticamente meno frequente: rappresenta circa l’8% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo e anche nella donna ed è legato ad alcune cattive abitudini, in particolare al fumo di sigaretta. È una forma aggressiva, perché colpisce un organo che non ha molte difese a livello locale, ma se diagnosticata in tempo può essere sconfitta. Una volta infiltrata la parete vescicale c’è la necessità di fare un intervento demolitivo di rimozione delle vescica, con successiva ricostruzione chirurgica. Importante i controlli, perché si tratta di una patologia silente, che tende a manifestarsi con il classico sintomo del sangue nelle urine (ematuria). Seguiranno controlli urografici, eventuale tac e, se serve, la cistoscopia (un esame che permette di visualizzare le pareti interne della vescica e dell’uretra).
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