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Psoriasi, rivoluzione nella cura ma restano ancora bisogni insoddisfatti dei pazienti

Esistono ancora dei bisogni insoddisfatti dei pazienti con psoriasi e sono emersi nel corso della road map “Psoriasi, io la vivo sulla mia pelle, ma tu sai cosa vuol dire?. Tappa in Emilia-Romagna, regione che conta 170mila persone ne soffrono di cui il 20% ha una forma grave. I clinici lanciano l’allarme: i numeri sono ancora più alti per via di un importante sommerso.

In Emilia-Romagna sono circa 170mila le persone con psoriasi, il 20% soffre della forma moderata-grave e in questa percentuale esiste ancora un importante sommerso. Oggi, il campo della cura della psoriasi sta vivendo un momento epocale perché le armi terapeutiche, moltissime e innovative, sono in grado di garantire una qualità di vita decisamente migliore alla persona con psoriasi

Tuttavia permangono i bisogni insoddisfatti dei pazienti e li spiega Vito Di Lernia, responsabile di struttura semplice di Dermatologia immunologica e pediatrica, dell’Arcispedale Santa Maria Nuova dell’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia, dove sono seguiti oltre 1.600 pazienti, 900 dei quali in terapia sistemica con farmaci convenzionali e biologici per forme moderate e gravi, e 200 bambini. 

Il professore Di Lernia spiega che sono stati messi a disposizione dei clinici un numero rilevante di terapie “target” altamente efficaci “che ci hanno permesso di gestire in modo ottimale la maggioranza dei pazienti affetti da forme gravi anche in presenza di patologie concomitanti. Ovviamente abbiamo ancora esigenze insoddisfatte come la risposta insufficiente alla terapia di sedi cutanee sensibili o la persistenza di lesioni seppure in sedi limitate rispetto all’inizio della cura. La remissione parziale di malattia è spesso vissuta come un successo dal dermatologo, ma non dal paziente che spesso non accetta che residuino placche psoriasiche, specie se localizzate in sedi visibili. Sono queste alcune delle sfide con cui ci dovremo confrontare nel prossimo futuro”.

“Chiediamo di inserire la psoriasi nel Piano nazionale della cronicità e di sedere ai tavoli regionali decisionali perché la voce dei malati è importante”, con queste parole Valeria Corazza, paziente da quasi una vita e Presidente dell’Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza (APIAFCO), si è appellata alle istituzioni presenti. “La psoriasi non è una malattia come tutte le altre e può essere molto più grave di altre” ha tenuto a ribadire. “Curare prontamente le comorbidità significa potere avere una buona qualità di vita e risparmiare sui costi a lungo termine. Eppure, è proprio su questa opportunitàà che si registrano le maggiori criticità, in primis l’accesso non equo alle cure sullo stesso territorio nazionale, imputabile alla forte eterogeneità tra le Regioni, e il sotto-trattamento nonostante la disponibilità di terapie efficaci e innovative che hanno come obiettivo il Pasi100, ovvero la guarigione completa”.

Con le ultime opzioni terapeutiche il sogno “PASI 100” è realizzabile, così come il blocco della progressione di malattia: diventa dunque fondamentale assicurare a tutti l’accesso alla terapia più corretta, anche bloccando le iniziative di contingentamento che si stanno mettendo in atto in alcune regioni, dettate ed orientate unicamente al contenimento della spesa” ha aggiunto Ugo Viora, Presidente ANAP-Associazione Nazionale Amici per la Pelle.

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