Con il Covid i fari della Sanità si sono accesi sulle infezioni e sui polmoni, l’organo che ci permette il gesto più naturale: il respiro. Quando manca l’aria è perché può essere compromessa la funzionalità respiratoria.
Alcune malattie, come la bronco pneumopatia cronico-ostruttiva, per gli “amici” BPCO, necessitano di terapie inalatorie che non erano prescrivibili dai medici di famiglia. Quando manca l’aria potremmo aver necessità di queste terapie!
Con la nota 99 l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, sancisce che anche i Medici di Medicina Generale, i medici di famiglia, oltre ovviamente agli specialisti, possono prescrivere delle terapie inalatorie contro la bronco pneumopatia cronico-ostruttiva, la Bpco. Quando manca l’aria questi farmaci ci aiutano a respirare!
Per diagnosticare la BPCO serve un esame spirometrico che può fare anche il medico di famiglia che, se adeguatamente formato, può fare un referto ed interpretarlo ai fini della terapia, prendendo così in carico i malati di BPCO e di patologie respiratorie, i malati ai quali manca l’aria.
La spirometria è l’esame più comune per valutare la funzionalità respiratoria, attraverso il quale si misurano volumi e flussi respiratori. Viene utilizzata per la diagnosi di diverse patologie respiratorie e polmonari, ma viene utilizzata anche come test di prevenzione per chi lavora in ambienti polverosi o per i fumatori. Sono queste le persone più a rischio che manchi l’aria!
La nota 99 dell’Aifa è una risposta per far sì che la Sanità sia sempre più alla portata di tutti i cittadini; queste risposte stanno certamente nella medicina territoriale, afferma il Deputato Rossana Boldi, che è però anche il punto debole della Sanità. C’è molta attenzione al “mattone”, alle infrastrutture che il PNRR andrà in parte a finanziare, ma poca attenzione invece al personale da impiegare sul Territorio.