Avis e Fnopi siglano intesa.
La speranza dell’innovazione: arriva il sangue artificiale
Sardegna, Sicilia, Lazio: c’è una carenza di sangue in Italia nel 2025 ma in tutte le regioni d’estate si creano difficoltà nei centri trasfusionali e anche quelle che sono al sicuro nell’alveo di una consolidata autosufficienza devono fare i conti con le ferie dei donatori abituali per cui si moltiplicano gli appelli e le iniziative tese a favorire le donazioni occasionali che per chi si presta hanno in vantaggio di offrire controlli gratuiti ed un’analisi del sangue e sullo stato di salute del donatore.
In generale i requisiti per donare sono l’essere sani, in un range di età tra i 18 e i 60 anni (fino a 65 anni per i donatori periodici), pesare almeno 50 chili, avere una pressione arteriosa entro i limiti normali, non essere affetti da malattie infettive trasmissibili come Aids, epatite, ecc.), non avere comportamenti a rischio (come abuso di alcool, droghe ecc). Non possono essere donatori di sangue dunque persone affette da malattie croniche (diabete, ecc.), persone con infezioni acute (influenza,ecc), chi abbia subito recenti interventi chirurgici,
persone che a loro volta abbiano hanno ricevuto trasfusioni di sangue negli ultimi 12 mesi. Quest’anno anche in grandi regioni specialmente nel Lazio, si registrano carenze di sangue A positivo e 0 positivo. Questo ha portato a bloccare alcuni interventi chirurgici e il personale sanitario sta lanciando un appello urgente ai donatori per aiutare a superare questo momento critico.
Inoltre, a causa del virus West Nile, sono stati introdotti test obbligatori per le donazioni di sangue in 31 province italiane per garantire la sicurezza dei donatori e dei pazienti. È importante notare che il Programma di autosufficienza nazionale del sangue e dei suoi prodotti è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per l’anno 2024, ma non ci sono informazioni aggiornate per il 2025.
In questo contesto AVIS (l’Associazione volontari italiani del sangue) e FNOPI (la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche) hanno rinnovato un protocollo d’intesa alla presenza dei due presidenti nazionali, Oscar Bianchi e Barbara Mangiacavalli.. Obiettivi del protocollo rafforzare il ruolo del personale infermieristico nelle attività trasfusionali e avviare percorsi per includere il personale infermieristico nelle attività di telemedicina per valutare l’idoneità alla donazione.
AVIS e FNOPI lanceranno una campagna sui social per ricordare l’importanza della donazione di sangue e plasma anche durante l’estate. “Prosegue proficuamente la collaborazione strategica per la stabilità dell’intero settore trasfusionale nazionale – avverte Bianchi – e ci goveremo della rete Avis che conta più di 3.300 sedi presenti su tutto il territorio nazionale”. “Gli infermieri rappresentano la figura cardine nella presa in carico del donatore e del ricevente durante tutto il percorso trasfusionale” aggiunge Mangiacavalli
SANGUE ARTIFICIALE
Intanto una speranza per i talassemici e altre categorie di pazienti affetti da anemia falciforme ed altre emoglobinopatie e che hanno bisogno cronicamente di trasfusioni, proviene dal Giappone dove è stato messo a punto per la prima volta un sangue artificiale adatto alle trasfusioni. Una vera rivoluzione: creato dall’Università di Nara, capitanata dal dottor Hiromi Sakai, questo liquido universale può replicare le due principali funzioni del sangue: ossia trasporto di ossigeno e coagulazione. niettato per la prima volta in una lunga serie di test clinici a partire già dal 2022, fino a questo momento il sangue artificiale giapponese sembra essere completamente sicuro. Di fatto si tratterebbe di un liquido in grado di replicare le due principali funzioni del sangue – ovvero il trasporto di ossigeno a tessuti e organi e la coagulazione – ricavato a partire dalle cosiddette “vescicole di emoglobina“. Un sangue che funziona su qualsiasi tipologia di paziente, senza limiti di gruppo sanguigno o fattore RH, che ha un’emivita fino a 5 anni se conservato in frigo, minimo 2 anni a temperatura ambiente, sicuro perché certamente privo di vrus e batteri, senza controindicazioni. Iniettato per la prima volta in una lunga serie di test clinici a partire già dal 2022, fino a questo momento il sangue artificiale giapponese sembra essere completamente sicuro, senza alcun tipo di controindicazione; mentre tra i numerosi pregi e successi del composto c’è anche la emivita che può estendersi fino a cinque anni nel caso in cui sia conservato in frigo, partendo – però – da un minimo di 2 anni se mantenuto a temperatura ambiente, rispetto ai 42 giorni massimo del sangue umano donato. L’obiettivo è renderlo disponibile già a partire dal 2030, per aiutare nelle zone di guerra e superare la carenza strutturale di sangue umano donato ma nonostante i progressi, ci sono ancora sfide da superare, come la durata limitata dei globuli rossi coltivati, i costi di produzione elevati e le questioni etiche e regolatorie.
Su un’altra strada si muovono i ricercatori inglesi che sin dal 2017 all’Università di Bristol e del NHS Blood and Transplant sono riusciti a generare in vitro una linea di cellule staminali in grado di trasformarsi nei precursori dei globuli rossi. Così è stata poggiata la prima di una serie di pietre che hanno portato ad avviare lo studio clinico di Fase I RESTORE (REcovery and survival of STem cell Originated REd cells), un traguardo storico perché rappresenta la prima trasfusione di globuli rossi “artificiali” in esseri umani.
I globuli rossi artificiali sono stati prodotti a partire da cellule staminali ematopoietiche (HSC) donate da volontari sani. Le staminali pluripotenti precursori dei globuli rossi arricchite con nutrienti, citochine e fattori di crescita specifici, si sono trasformate in globuli rossi maturi.
Ad oggi, solo i primi due volontari hanno ricevuto una “mini-trasfusione”, con una quantità di sangue pari a 10 ml (circa due cucchiaini da tè). I dati preliminari sono buoni: i volontari non hanno manifestato effetti collaterali. Lo studio prevede il reclutamento di almeno 10 partecipanti, tutti riceveranno due mini-trasfusioni a distanza di 4 mesi: la prima con i globuli rossi “artificiali”, la seconda con globuli rossi normali. Le cellule saranno marcate con una sostanza tracciabile, che permetterà di monitorarle nel sangue del ricevente per almeno 6 mesi dopo l’iniezione. La vita media dei globuli rossi è di 120 giorni grazie a una proteina di membrana a tempo la stromatina che espulsa al momento della fine del ciclo vitale del globulo rosso, che è una cellula priva di nucleo li trasforma in sferociti, cellule che perdono la forma a disco biconcavo e dunque nelle zone eritrocataretiche come fegato e milza, sono eliminate dal circolo. Ora si tratta di capir per quanto tempo queste cellule prodotte in vitro restano vitali permanendo nel corpo del ricevente. Quelli artificiali, secondo i ricercatori, potrebbero avere una durata maggiore, perché sono formati da sole cellule “giovani”. Il sangue di un donatore, invece, è una popolazione mista, che comprende cellule a vari stadi della loro vita.





