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Sanità: Saues, iniziative contro il mancato inquadramento dei medici convenzionati di emergenza territoriale nel 118

Al via una serie di iniziative pubbliche del Saues, sindacato autonomo urgenza emergenza sanitaria, per sensibilizzare le istituzioni sanitarie regionali e locali sul mancato inquadramento dei medici di emergenza territoriale convenzionati nel 118

Al via una serie di iniziative pubbliche del Saues, sindacato autonomo urgenza emergenza sanitaria, per sensibilizzare le istituzioni sanitarie regionali e locali sul mancato inquadramento dei medici di emergenza territoriale convenzionati nel 118, come da loro auspicato, perché destinati ai Pronto Soccorso. Si partirà il 13 settembre prossimo nel capoluogo toscano, con una manifestazione sindacale organizzata sotto la sede dell’Ausl Toscana Centro Firenze alla quale parteciperanno i dirigenti Saues delle diverse regioni italiane.

“Nonostante nessuna legge stabilisca specifici vincoli – spiega il presidente Nazionale del Saues Paolo Ficco -, la maggior parte delle Asl del territorio nazionale, in particolare quelle della Campania, della Puglia, della stessa Toscana e dell’Umbria, tende a bandire i concorsi per l’assunzione dei medici alla dipendenza esclusivamente per l’attività dei Pronto Soccorso, strutture che tuttavia potrebbero essere più facilmente decongestionate con un efficiente servizio 118 ed in particolare con la costante presenza di medici sulle ambulanze che scongiurerebbero certamente ricoveri impropri nei Pronto Soccorso, potendo distinguere la gravità dei codici d’accesso, occupandosi del paziente direttamente a domicilio”.

“Ricordo che il decreto legge 34 del 30 marzo 2023, consentendo il passaggio dei medici convenzionati di emergenza territoriale alla dipendenza è riuscito a frenare l’imponente esodo di questi preziosi professionisti in altri servizi come l’Assistenza Primaria, la Continuità Assistenziale o il privato, quando non all’Estero”, aggiunge Ficco.

“Impedire ai medici convenzionati l’esclusivo inquadramento nel 118 – conclude il presidente del Saues – significa vanificarne l’obiettivo, un ritorno all’esodo, un grave danno per il sistema sanitario e soprattutto per i cittadini”.

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